Tra le Svalbard e la Groenlandia, a caccia del ghiaccio marino artico, continuando le attività scientifiche di High North24.
Location: Oltre il Molloy Hole
Coordinate: 78°57.707’ N; 014°29.603’ E
Meteo: sereno, mare calmo
Puntamento nave
Il primo weekend a bordo di nave Alliance si trasforma in qualcosa di magico, quando a metà mattinata si intravedono all’orizzonte i primi pezzi di ghiaccio marino. Il sole è ancora alto, la temperatura è sopra lo zero, e il cielo è terso. Più ci avviciniamo al nostro obiettivo di giornata, più rallentiamo.
In base alle normative inserite dentro al Polar Code – il codice di navigazione redatto dall’IMO che regola il trasporto marittimo nelle regioni polari – è necessario arrivare ai ghiacci marini con al massimo 1 nodo di velocità. Praticamente fermi, con un piccolo avanzamento di motore per dare rotta alla nave.
Lo spettacolo che si apre davanti a noi è sbalorditivo. Una distesa enorme di pezzi di ghiaccio di ogni dimensione, che emergono dall’acqua gelida con i colori più brillanti che il connubio tra sole e mare può consentire.
L’intero equipaggio è coinvolto nell’osservazione. Anche perché non è certamente usuale guardare un ambiente di questo tipo, se in più consideriamo che tra noi e i chilometri che ci separano dalla costa delle Svalbard o della Groenlandia, non c’è praticamente nessuno.
Qui è necessario spendere qualche parola in più sul funzionamento del sistema-nave. Perché nave Alliance nasce come unità idrografica della NATO, ragion per cui è infatti ancorata come porto di casa alla Spezia, al centro STO-CMRE che la utilizza per altre spedizioni di carattere scientifico. Tuttavia, la nave è anche gestita autonomamente dalla Marina Militare italiana.
Per il Programma High North, che si svolge sempre in questa stagione e che vede coinvolto un equipaggio totale di circa 60 persone tra militari e team scientifico, nave Alliance parte dalle coste della Liguria a maggio. Significa che gli uomini e le donne che qui lavorano notte e giorno sono già operativi tutti i giorni da almeno due mesi di imbarco.
Nonostante la complessità del lavoro di mantenere operativa in tutti i sensi una nave idrografica di questa portata, l’incredibile vista panoramica di oggi è una parte della meraviglia di far parte di questa spedizione.
Nel pomeriggio, dopo le attività scientifiche del team che è sceso con il RHIB (una piccola unità di soccorso che viene usata anche come lancia) per monitorare il ghiaccio marino e per prelevarne dei campioni, è tempo per tutti di scendere a vederlo da vicino.
Scendiamo in acqua in piccoli gruppi, e uno alla volta puntiamo la prua del RHIB su diverse aree dove navigano i ghiacci, per l’ambientamento dell’equipaggio intero alla regione polare. La cui parte emersa è tendenzialmente solo 1/9 del tutto, e quindi è necessario prestare la massima attenzione nella navigazione!
L’Italia è rappresentata per buona parte in tutte le sue componenti regionali, a bordo. Dalla Campania alla Toscana, dalla Liguria alla Puglia, un coro di accenti diversi riempie gli spazi comuni.
Leonardo Parigi
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