Dopo l’aggressione russa in Ucraina, Svezia e Finlandia abbandonano ogni riserva e corrono verso l’ingresso nell’Alleanza Atlantica.
Il 24 Febbraio 2022 non è stata solo una data significativa per l’Ucraina. L’invasione russa e l’aggressione di Mosca nei confronti del Paese ucraino ha dato involontariamente il via a una serie di eventi ormai non più inarrestabili. Tra questi, l’abbandono della “neutralità” di Finlandia e Svezia, con il veloce processo di adesione alla NATO.
Come già sottolineato, il fatto che Stoccolma e Helsinki vogliano entrare nell’Alleanza Atlantica non è un cambiamento solo militare. Rappresenta una pietra miliare nella storia europea e artica, perché la geografia ha imposto che i Paesi nordici avessero rapporti diretti con la Russia, su molti aspetti. Non ultimo, la ricerca scientifica e la conservazione ambientale.
Ma la guerra in Ucraina ha cambiato tutto, e anche l’Artico sta per cambiare faccia. Anni di grande cooperazione sono stati spazzati via da due mesi di conflitto. Come e quando le parti torneranno a sedersi a un tavolo comune, è ancora presto per dirlo. Ma la paura di una potenziale (nonostante assai complessa) aggressione russa ha spinto i governi di Svezia e Finlandia ad abbandonare ogni riserva, tramutando il Mar Baltico in un “mare della NATO”.
Lunedì 16 Maggio una delegazione di diplomatici svedesi è partita alla volta della Turchia. Nei giorni scorsi il Presidente Recep Tayyip Erdoğan aveva affermato che l’ingresso di Stoccolma sarebbe stato “un errore”, perché i Paesi scandinavi “sono alberghi per terroristi”. Il riferimento alla politica di apertura di Stoccolma nei confronti dei combattenti curdi del PKK è chiaramente un punto a sfavore per il voto unanime per l’ingresso dei nuovi membri.
I 30 alleati della NATO, da statuto, devono infatti essere tutti d’accordo sulla partecipazione all’Alleanza di nuovi partner. E se la procedura di ingresso prevede lunghi mesi di accettazione, è possibile che in questo caso si procederà molto più spediti. Al termine di una riunione straordinaria di domenica 15 Maggio, il Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia ha votato a favore dell’adesione alla NATO, abbandonando decenni di ostinata contrarietà al progetto.
Nel comunicato stampa viene specificato che i socialdemocratici spingeranno per “garantire che la Svezia esprima riserve unilaterali contro il dispiegamento di armi nucleari e basi permanenti sul territorio nazionale, se la richiesta di adesione sarà approvata dalla NATO”. La giornata decisiva per il futuro di Stoccolma sarà martedì 17 Maggio, a seguito del voto del Parlamento (Riksdag), quando verrà presentata formalmente la domanda di adesione, insieme a quella della Finlandia.
«Siamo preparati a diversi tipi di reazioni russe. Siamo pronti e ci stiamo preparando», ha affermato domenica 15 Maggio la premier finlandese Sanna Marin, nel corso della conferenza stampa dove Helsinki ha annunciato la volontà ufficiale di entrare nella Nato.
«Quando guardiamo alla Russia, vediamo oggi un paese molto diverso da quello che abbiamo visto appena qualche mese fa. Tutto è cambiato da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina e penso personalmente che non possiamo più credere che ci sarà un futuro di pace accanto alla Russia restando da soli».
Le minacce della Russia ai due Paesi, nel caso di un loro ingresso nella NATO, erano arrivate a stretto giro subito dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Ma ciononostante, il Presidente della Finlandia Sauli Niinistö ha affermato: «Non credo che stessero pianificando alcun tipo di attacco contro la Finlandia, ma la situazione è cambiata. L’Europa e il mondo sono ora divisi in modo più serio. Non c’è quasi più spazio per il non allineamento».
Lo scorso 27 Aprile si è tenuto il Forum del Finnish Institute of International Affairs (FIIA) alla luce dei nuovi sviluppi sulla scacchiera mondiale, organizzato dall’istituto in partnership con i servizi di sicurezza e intelligence finlandese (SUPO, Suojelupoliisi). Durante l’evento, che è disponibile sul sito youtube di FIIA, si sono susseguiti panel con diversi esperti del settore sicurezza e intelligence di Norvegia, Svezia e Finlandia.
Matti Vanhanen, Primo Ministro di Finlandia nel periodo 2003-2010, ha sottolineato all’evento il valore irreprensibile della cooperazione tra i Paesi nordici, ancora più fondamentale al giorno d’oggi. La Finlandia e la Svezia, entrambe solide democrazie già membri dell’Unione Europea, nell’eventualità di un ingresso nell’Alleanza avranno il potenziale di solidificare l’Ovest e di rafforzare la stessa. Allo stesso tempo questo comporterà la necessità di una riconsiderazione delle dinamiche non solo della regione nordica, ma anche dei rapporti con la zona baltica.
«Non dovrebbero farsi illusioni sul fatto che lo sopporteremo», ha dichiarato il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, citato dall’agenzia Interfax. «Il modo in cui garantiremo la nostra sicurezza dipenderà dalle conseguenze pratiche». Il 9 Maggio scorso, durante la parata per la Giornata della Vittoria, migliaia di persone si sono radunate nel centro di Murmansk, la prima città artica russa per grandezza, importanza e vicinanza ai confini svedesi e finlandesi.
La parata militare è stata anche l’occasione per fare sfoggio delle armi pesanti e della tecnologia in mano russa. Oltre ovviamente a dare grande lustro alle potenzialità belliche della Flotta del Nord. Tra le varie dotazioni presenti, due unità del sistema missilistico costiero “BAL” (nome NATO SSC-6 o Sennight).
Schierato per la prima volta nel 2019 sul confine con la Norvegia, il BAL ha in dotazione missili balistici in grado di colpire i punti più importanti delle difese costiere (e non) dei Paesi limitrofi nell’arco di pochi secondi. Fonti militari riferisconto che i sistemi d’arma si trovino nei magazzini della divisione missilistica della 536a Brigata di artiglieria, a Snezhnogorsk, a ovest della città di Murmansk.
Leonardo Parigi, Giulia Prior
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