La linea ferroviaria che collega Luleå, in Svezia, a Narvik, in Norvegia, è piagata da seri problemi, diventati ancora più evidenti dopo l’ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia.
Narvik, cittadina nel Nord della Norvegia, è conosciuta soprattutto a causa degli avvenimenti che l’hanno coinvolta nel corso della Seconda Guerra Mondiale. A Narvik, infatti, si combatterono aspre battaglie navali tra la Kriegsmarine tedesca e la Royal Navy britannica per il controllo del suo porto, strategico per la sua posizione geografica e per le sue caratteristiche.
Il porto di Narvik, infatti, rimane libero dai ghiacci per tutto l’anno grazie alla Corrente del Golfo, a differenza del Golfo di Botnia, situato tra Svezia e Finlandia, che si ghiaccia durante l’inverno.
La Ofotbanen è una ferrovia di vitale importanza strategica che collega la città di Narvik e il suo porto al confine con la Svezia. In Svezia, si trasforma nella Malmbanan, conosciuta anche come “Ferrovia del minerale ferroso”, proseguendo fino a Boden e Luleå passando per Kiruna, città mineraria svedese situata sul più grande giacimento di minerale ferroso al mondo.
È quindi facile comprendere l’importanza di un’infrastruttura capace di trasportare treni merci carichi di minerale ferroso fino a Narvik, data l’impraticabilità della rotta meridionale per gran parte dell’anno.
Tuttavia, la linea è a binario unico per tutti i suoi oltre 500 chilometri di lunghezza, includendo sia la parte norvegese sia quella svedese, ben più lunga. I treni che percorrono la linea sono particolarmente suscettibili a deragliamenti, che possono interrompere l’operatività dell’intero percorso anche per mesi alla volta. La linea segue infatti ancora il tracciato originale risalente al 1902, anno della sua apertura.
La regione montuosa della Scandinavia settentrionale presenta sfide notevoli per i treni, le infrastrutture sono obsolete, le curve ripide e le gallerie strette. La velocità dei treni è limitata e il loro peso e numero – 24 convogli lunghi fino a 750 metri e con un peso di quasi 9000 tonnellate l’uno percorrono la linea ogni giorno in entrambe le direzioni – permettono di farsi un’idea del costante stress a cui è sottoposta la linea e l’alto rischio di usura.
La linea è considerata il corridoio commerciale più importante dell’intera Norvegia, tanto che, pur costituendo solo l’1% dell’intera rete ferroviaria del Paese nordico, muove il 60% dell’intero tonnellaggio che vi transita su rotaia.
Da tempo si discute della necessità di trasformare la linea a doppio binario, un miglioramento che risolverebbe molti dei problemi cronici della stessa. Seri investimenti sono però mancati fino a ora. Il miglioramento infrastrutturale della Ofotbanen è infatti diventato una priorità soltanto di recente per il ministero dei trasporti norvegese, che sembra essersi convinto della necessità di migliorare l’efficienza della linea in stretta collaborazione con le autorità svedesi.
Il Piano nazionale dei trasporti della Norvegia prevede l’installazione di binari di raccordo in punti nevralgici della linea ferroviaria, i quali, secondo il ministro dei trasporti Jon-Ivar Nygård, rappresentano il primo passo verso l’introduzione del doppio binario su tutta la linea. Il governo norvegese ha stanziato 2 miliardi di corone (circa 170 milioni di euro) per questi lavori e, secondo le speranze del sindaco di Narvik, l’intera linea sarà dotata di doppio binario entro il 2035.
Tuttavia, mentre gli investimenti ci proiettano nel futuro, i problemi restano nel presente. Il 17 dicembre scorso, un treno è deragliato, bloccando l’intera linea per 65 giorni fino al 20 febbraio di quest’anno. La compagnia mineraria statale svedese ha calcolato di aver subito una perdita, in questo periodo, di 6,5 miliardi di corone norvegesi (circa 560 milioni di euro), ossia 100 milioni (8,5 milioni di euro) al giorno. Ci sono voluti solo quattro giorni dopo la riapertura perché avvenisse il deragliamento successivo, sul lato svedese.
Come se non bastassero i danni economici, l’importanza della ferrovie non si misura esclusivamente dal punto di vista logistico-industriale, ma anche da quello militare, soprattutto in questo periodo. Si è infatti conclusa, lo scorso 15 marzo, proprio nella Scandinavia settentrionale, l’imponente esercitazione militare Nordic Response. L’esercitazione ha coinvolto un elevato numero di uomini e mezzi provenienti da diversi Paesi ed è stata caratterizzata da una logistica piuttosto complessa.
Durante l’intero svolgimento dell’esercitazione, la linea ferroviaria di collegamento tra la Norvegia e la neo-alleata Svezia è stata infatti inagibile. Secondo le parole di Eirik Kristoffersen, Capo di Stato Maggiore della Difesa norvegese, questa situazione “ha costretto molti alleati, che avevano pianificato di utilizzare la Ofotbanen come via di trasporto, a trovare altre soluzioni quali le navi e il trasporto su strada”.
Con l’ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO, lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie della Scandinavia diventa quindi cruciale anche dal punto di vista militare, per l’intera politica alleata di difesa nell’Artico, oltre che per il funzionamento industriale dell’intera Europa. Le nostre fonderie dipendono anche dalla piena operatività della linea ferroviaria Narvik-Kiruna-Boden-Luleå.
Tommaso Bontempi
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