Stato di emergenza in Siberia dopo lo sversamento di carburante vicino alla città di Norilsk. La perdita risale allo scorso 29 maggio, ma ci sono voluti alcuni giorni prima che la notizia arrivasse alla stampa.
Un serbatoio di carburante in una centrale elettrica avrebbe perso pressione, rilasciando 20.000 tonnellate di carburante e lubrificanti nel fiume Ambarnaya. Lo stesso Putin ha dichiarato di essere “scioccato” nello scoprire che le autorità locali avessero appreso dell’incidente dai social media solo due giorni dopo l’incidente.
Il rimprovero di Vladimir Putin ad Alexander Uss, il governatore regionale, non è passato inosservato. Pare che oltre 15.000 tonnellate di prodotti petroliferi abbiano raggiunto il sistema fluviale, mentre altre 6.000 siano penetrate nel sottosuolo.
La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale favorirebbe le azioni di contenimento del disastro ambientale, mentre l’Agenzia Nazionale per la Pesca avrebbe affermato che il fiume Ambarnaya potrebbe aver bisogno di decenni per riprendersi dopo la catastrofe ecologica in atto.
L’incidente sarebbe avvenuto a causa del crollo di alcuni pilastri che sostengono un serbatoio di carburante. L’area industriale, costruita sul permafrost, rischia di collassare a causa dello scioglimento del terreno ghiacciato.
Permafrost è il nome di un tipo di terreno perennemente ghiacciato, che si trova tra l’estremo Nord Europa, la Siberia e l’America Settentrionale. Ma c’è molto di più. Quando leggiamo sui quotidiani la notizia di un nuovo innalzamento termico, e conseguente scioglimento del permafrost, pensiamo a un ghiaccio perenne. Ma dobbiamo considerare che decine di impianti, città e strutture sono costruite su un terreno che oggi rischia di sciogliersi e collassare.
Norilsk è una delle città più inaccessibili al mondo. Situata oltre il Circolo Polare Artico, è la seconda città al mondo per popolazione a queste latitudini, dopo Murmansk. La città nasce e cresce in relazione allo sfruttamento minerario dei primi decenni del Novecento.
Condizioni di vita durissime e un isolamento pressoché totale – inaccessibile via terra o via aerea per i visitatori – ne fanno un luogo da romanzo. Con i suoi circa 180.000 abitanti, Norilsk è la città del nichel. La compagnia mineraria NorNickel sfrutta l’immenso deposito di Noril’sk-Talnach, il più grande del mondo, con oltre 3000 chilometri di gallerie minerarie.
Il Blacksmith Institute ha incluso la città nella lista dei dieci luoghi più inquinati del pianeta, a causa dell’inquinamento atmosferico, i radioisotopi stronzio-90 e il cesio-137 e i metalli nichel, rame, cobalto, piombo e selenio, e i vari gas presenti nell’aria.
Nel 2017, Norilsk Nickel ha annunciato di aver investito 14 miliardi di dollari in un importante programma di sviluppo, volto a ridurre le emissioni di anidride solforosa a Norilsk del 75% entro il 2023, rispetto al 2015 come anno base.
Leonardo Parigi
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