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La Russia al voto tra guerra e incertezze

Nel corso di questo fine settimana 115 milioni di cittadini russi si recheranno alle urne per scegliere il presidente che guiderà il più esteso Stato artico del mondo per i prossimi sei anni.

Milioni al voto

Sono ora in corso, e lo saranno fino alla sera di domenica, le elezioni presidenziali della Federazione Russa. Questo evento è stato portato ulteriormente all’attenzione pubblica dalla recente scomparsa di Aleksej Naval’nyj, figura di spicco nel panorama politico russo e strenuo antagonista dell’attuale Presidente Putin.

Noi di Osservatorio Artico ci proponiamo di offrire una panoramica sulle elezioni presidenziali russe del 2024 cercando di combinare la brevità al dettaglio di questo appuntamento che coinvolge lo Stato artico più esteso del pianeta e che vede chiamati alle urne quasi 115 milioni di cittadini. Non intendiamo esprimere giudizi sul processo elettorale russo in termini di democraticità o trasparenza. Il nostro obiettivo è semplicemente quello di spiegare il funzionamento delle elezioni secondo quanto previsto dalla Costituzione e dalle leggi federali.

La Russia, come, per esempio, la Francia, è una repubblica semipresidenziale. Ciò significa che il presidente e capo dello Stato è eletto direttamente dai cittadini ed è una figura distinta da quella del Primo Ministro, che è nominato dal Presidente stesso ma deve incassare la fiducia del Parlamento. Le elezioni che si svolgono in questo lungo finesettimana determineranno il nuovo presidente, che resterà in carica per i prossimi sei anni.

Le elezioni 2024

Quest’anno, le elezioni in Russia hanno due particolarità interessanti che le differenziano delle edizioni passate (l’ultima delle quali si è tenuta nel marzo del 2018). A seguito dell’annessione alla Federazione Russa delle Regioni di Zaporož’e e Cherson e delle Repubbliche di Doneck e Lugansk – annessione non riconosciuta dalla stragrande maggioranza dei membri della comunità internazionale – anche queste parteciperanno al voto come entità costituenti della Russia. La seconda caratteristica degna di nota è l’introduzione, per la prima volta, del sistema di voto online, al quale potevano registrarsi i cittadini che non avevano intenzione di recarsi alle urne.

putin elezioni

Nelle elezioni presidenziali russe, l’affluenza riveste un’importanza estrema, forse più delle stesse preferenze. Nonostante per molti il risultato possa sembrare già scontato, il voto rimane fondamentale per il Presidente Putin, il quale cerca di rafforzare – ulteriormente – la propria legittimità e di presentarsi agli occhi del popolo russo come un baluardo di stabilità in un contesto internazionale ostile, specialmente in seguito a due anni di logorante conflitto in Ucraina.

Il presidente russo è eletto attraverso un sistema a suffragio universale diretto. I candidati presidenziali possono essere proposti da partiti politici ufficialmente registrati o possono presentarsi come candidati indipendenti, purché soddisfino i requisiti di eleggibilità stabiliti dalla Costituzione e dalla legge.

Analizziamo ora brevemente i candidati e le loro idee politiche.

I candidati

Vladislav Andreevič Davankov (Novye Ljudi), il Giovane

Vladislav DAVANKOV
Vladislav DAVANKOV

Nuova Gente è un partito giovane, fondato nel 2020, e Vladislav Davankov, il suo candidato alle elezioni presidenziali, è il più giovane tra i concorrenti, avendo appena compiuto 40 anni. Davankov ha intrapreso una carriera nel settore privato, lavorando nell’azienda di cosmetici Faberlic, avviata dallo stesso fondatore del partito, Aleksej Nečaev. Dal 2021, Davankov è membro della Duma di Stato, dove ha ricoperto il ruolo di vicepresidente.

Nuova Gente ha ottenuto poco più del 5% dei voti alle ultime elezioni della Duma ed è un partito di stampo liberale, nominalmente all’opposizione di Russia Unita, il partito di Putin e Medvedev. Adottando il criterio comunemente utilizzato dai mezzi di informazione internazionali, che valuta la posizione dei partiti in base al loro sostegno ufficiale o all’opposizione alla guerra in Ucraina, possiamo considerare Nuova Gente come un partito di opposizione secondo gli standard russi, di opposizione moderata. Durante il voto per decidere se riconoscere le Repubbliche di Doneck e Lugansk come entità indipendenti, prima dell’inizio dell’operazione militare speciale, Nuova Gente decise infatti di astenersi.

Vladimir Vladimirovič Putin (indipendente), il Presidente

Vladimir PUTIN
Vladimir PUTIN

Il presidente uscente è l’unico dei quattro candidati a non presentarsi con il sostegno di un partito politico. Di conseguenza, è stato l’unico ad aver dovuto raccogliere firme per partecipare alla corsa presidenziale.

Secondo la legge, infatti, i candidati espressi da partiti politici già rappresentati nella Duma di Stato, la camera bassa dell’Assemblea federale russa, non necessitano di presentare firme a supporto della propria candidatura. Le idee politiche di Putin, uomo dalla vastissima esperienza politica, si fondano sull’autorità centralizzata, la stabilità e la difesa degli interessi nazionali russi.

Putin promuove il concetto di “sovranità” nazionale, per esempio nel controllo dello Stato sull’economia, sostiene il mantenimento rigoroso dell’ordine interno attraverso il controllo politico e auspica al ripristino della grande potenza russa sulla scena internazionale.

Leonid Eduardovič Sluckij (LDPR), il Falco

Leonid SLUCKIJ
Leonid Eduardovič Sluckij

Leonid Sluckij ha avuto una lunga carriera sia nella Duma di Stato sia nelle relazioni internazionali. Ha ricoperto ruoli di rilievo in entrambi i settori ed è attualmente direttore del Dipartimento di relazioni internazionali dell’Università Statale di Mosca. Nel 2014, dopo l’annessione della Crimea alla Russia, è stato tra i primi oggetti di sanzioni internazionali personalizzate, volute dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Ha affrontato vari scandali, compresi casi di molestie sessuali e accuse di corruzione.

Il LDPR, o Partito Liberal-Democratico di Russia, promuove un’ideologia nazionalista, conservatrice e populista. Si concentra sulla difesa degli interessi nazionali russi e sulla centralizzazione del potere statale. Il suo fondatore, Vladimir Žirinovskij, noto come “il Trump russo” per i suoi toni sensazionalistici e le proposte politiche balzane, si è presentato a tutte le elezioni presidenziali della Russia post-sovietica fino alla sua morte, avvenuta nell’aprile del 2022. Sluckij ha preso il suo posto. L’LDPR, mantenendo il suo stile provocatorio, si dichiara a favore della restaurazione dei confini storici russi, che includerebbero anche l’Ucraina e la Bielorussia.

Nikolaj Michajlovič Charitonov (KPRF), Il Comunista

Nikolaj CHARITONOV
Nikolaj Michajlovič Charitonov

Nikolaj Charitonov è il più anziano tra i candidati. Nato nel 1948, ha giocato un ruolo significativo nella politica russa sin dal 1994, anno della sua prima elezione alla Duma di Stato. Di particolare interesse per noi è il suo attuale ruolo di presidente della Commissione parlamentare per lo sviluppo delle regioni dell’Estremo Oriente e dell’Artico, incarico che ricopre dal 2011. Esperto agronomo, Charitonov ha ricevuto vari riconoscimenti, tra cui l’Ordine del Lavoro della Federazione Russa. In passato, ha anche fatto parte del Partito Agrario di Russia prima di unirsi al Partito Comunista, dopo che il primo si era alleato con Russia Unita.

Charitonov si presenta alle elezioni presidenziali per la seconda volta, avendo ottenuto quasi il 14% dei voti nel 2004. Il Partito Comunista della Federazione Russa rappresenta il principale partito di opposizione a Russia Unita, ottenendo risultati elettorali sempre piuttosto soddisfacenti. Potremmo definirlo come una sorta di “partito dei pensionati”. Sono infatti principalmente i pensionati a nutrire nostalgia per l’URSS e ad aderire al patriottismo socialista sovietico.

L’ideologia del Partito Comunista, ovviamente di stampo marxista-leninista, si focalizza, tra le altre cose, sulla protezione dei diritti dei lavoratori, la nazionalizzazione delle risorse naturali e dei settori strategici dell’economia e sull’espansione dello stato sociale. Fin dall’inizio, il Partito Comunista di Russia si è schierato a favore dell’invasione dell’Ucraina, sostenendo la demilitarizzazione e la denazificazione di cui tanto si è sentito parlare nel corso dei primi mesi del 2022, accusando la NATO e i “fascisti” occidentali di voler “schiavizzare” l’Ucraina, proponendosi quindi come difensori del popolo.

Quali risultati?

Dei quattro candidati presidenziali alle elezioni in Russia, sembra che solo Putin abbia effettivamente la possibilità di vincere, per la quinta volta e la terza consecutiva. I sondaggi indicano che la sua vittoria è prevista intorno all’82%.

Gli altri candidati, provenienti da partiti nominalmente di opposizione a Russia Unita, si inseriscono comunque nel solco della narrativa pro-Putin e pro-guerra in Ucraina, non offrendo quindi una valida alternativa al potere costituito. Tuttavia, è indispensabile che i cittadini russi, e soprattutto i giovani, si rechino alle urne per conferire al prossimo presidente una legittimazione inattaccabile, sia a livello interno sia internazionale.

Per questo motivo, il Presidente Putin si è rivolto direttamente alla popolazione con un messaggio videoregistrato per incoraggiare la partecipazione alle elezioni.

Aspettiamo i primi risultati domenica notte, ora di Mosca.

Tommaso Bontempi

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Tommaso Bontempi
Dottore in Relazioni Internazionali Comparate, laureato presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Sono appassionato di tutto ciò che riguarda l’Europa orientale, dalla storia alla cultura alle lingue. La mia vita si svolge tra l’Italia e la Russia.

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