La Russia tenta di dimostrare la propria capacità di adattamento all’evolversi della situazione politica internazionale attraverso la riorganizzazione dei propri distretti militari.
Sono molte le potenziali divisioni territoriali di uno Stato, e specialmente per uno Stato dalle dimensioni della Federazione Russa. Ognuna di esse svolge il compito di migliorare l’efficienza della macchina statale a livello amministrativo, elettorale o economico, tra gli altri. È quindi naturale che, seguendo questo stesso ragionamento, esista anche una divisione del territorio a fini militari, indispensabile per garantire una difesa efficace dello Stato.
La divisione del territorio in distretti militari presenta diversi vantaggi, tra cui un miglior controllo del territorio, un’efficienza rafforzata nella mobilitazione delle truppe, una maggiore specializzazione delle unità militari e una migliore allocazione delle risorse. Favorisce inoltre il coordinamento con le autorità civili, consentendo una risposta più rapida e coordinata in caso di emergenze o minacce nella regione.
La Marina Militare russa è suddivisa in diverse flotte e flottiglie, ognuna con competenze geografiche specifiche, tra cui spicca la potente Flotta del Nord. Notevole soprattutto per il suo potenziale distruttivo, la Flotta del Nord è composta da una vasta gamma di mezzi navali. Tra questi, possiamo citare numerosi sottomarini, gli imponenti incrociatori da battaglia a propulsione nucleare Pëtr Velikij e Admiral Nachimov, l’unica portaerei russa a oggi in servizio (l’Admiral Kuznecov, ammiraglia della flotta) e persino l’immaginario sottomarino classe Tifone comandato dal capitano Ramius nel celebre film Caccia a Ottobre Rosso. La Flotta del Nord ha sede a Severomorsk, nei pressi di Murmansk sulla Penisola di Kola, e la sua area di operatività coincide con buona parte dell’Artico russo.
Data l’importanza sempre crescente della regione polare nei calcoli politici ed economici della Federazione Russa, la Flotta del Nord è stata elevata, a partire dal 1° gennaio del 2021, a distretto militare autonomo. Questa “promozione” ha reso la Flotta del Nord una componente centrale dell’apparato militare russo, attribuendole anche la responsabilità di difendere la Rotta Marittima Settentrionale.
A partire dal 1° marzo scorso, abbiamo tuttavia assistito a un nuovo cambiamento nell’assetto organizzativo delle Forze Armate russe. L’ammissione alla NATO di Finlandia e Svezia ha probabilmente convinto la Russia a doversi preparare ad affrontare potenziali minacce provenienti dai nuovi confini occidentali con l’Alleanza atlantica. Secondo il Ministro della difesa russo Sergej Šoigu è ora infatti fondamentale adottare contromisure efficaci e organizzare un adeguato raggruppamento di forze e mezzi per proteggere il fianco a contatto con i nuovi membri della NATO. In aggiunta a ciò, il Distretto militare meridionale è stato espanso per includere le regioni ucraine di Cherson e Zaporož’e e le repubbliche di Doneck e Lugansk, ormai considerate dalla Russia come parte integrante del proprio territorio.
La divisione del Distretto militare occidentale esistito fino al 29 febbraio scorso ha quindi dato origine al Distretto militare di Mosca e a quello di Leningrado, riponendo la Flotta del Nord sotto il controllo di quest’ultimo. Il cambiamento dovrebbe permettere una migliore gestione di potenziali operazioni militari nel teatro baltico e lungo il confine finlandese.
In un contesto politico internazionale in continua evoluzione, la divisione del territorio a fini militari riveste un ruolo fondamentale nel garantire la sicurezza e la difesa dello Stato. Se l’elevazione della Flotta del Nord a distretto militare autonomo era un chiaro segnale dell’importanza crescente della regione artica per la Russia, di fronte a nuove sfide quali l’ammissione di Finlandia e Svezia nella NATO il Paese si adatta rapidamente, ridefinendo la sua struttura militare per proteggere i propri confini occidentali. Il recente riassetto dovrebbe dimostrare il possesso da parte della Russia di una strategia militare agile e adattabile.
La riorganizzazione ha certamente un peso logistico e organizzativo notevole, mirando a migliorare il coordinamento militare e a integrare i territori annessi nella struttura militare russa, ma è anche un messaggio rivolto ai rivali. In questo modo, infatti, la Russia intende dimostrare la propria rapida capacità di adattamento alle dinamiche politiche internazionali che la coinvolgono, proiettando un’immagine di responsabilità ed efficienza all’esterno.
Tommaso Bontempi
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