Due progetti di Oslo e Copenhagen, con il pieno supporto della Commissione Europea, puntano al nuovo business verde per l’obiettivo zero emissioni: la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica.
A caccia di anidride carbonica
Lo scorso 8 Marzo è stato inaugurato il primo impianto per la cattura e lo stoccaggio transfrontaliero al mondo, in grado di trasportare CO2 dal Belgio a un giacimento petrolifero esaurito nel Mare del Nord danese. Un momento topico per la tecnologia della cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, anche a livello politico.
Ad assistere all’inaugurazione dell’impianto, infatti, era presente anche la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che ha “benedetto” la prima iniezione di anidride carbonica verso il Mare del Nord, al porto di Esbjerg.
A gestire la complessa operazione è il Progetto Greensand, un consorzio composto da 23 partner danesi e internazionali che contribuiscono con competenze di trasporto, stoccaggio e monitoraggio della CO2 nel sottosuolo. Partner dell’iniziativa aziende, università, centri di ricerca e agenzie governative.
Iniezioni di CO2
Il progetto mira a stoccare in modo sicuro e permanente fino a 8 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro il 2030. Una quota pari al 40% degli obiettivi di riduzione di CO2 della Danimarca.
“Questo è il senso della sostenibilità competitiva dell’Europa”, ha dichiarato la von der Leyen. Un progetto articolato e complesso, che però potrebbe essere un punto di svolta importante per la gestione delle emissioni europee, al primo punto dell’agenda economica e politica di Bruxelles.
Il progetto aggiunge una complessità notevole, e cioè il trasporto della CO2 da un Paese all’altro. E non solo, visto che poi deve essere iniettata nel fondo del mare, e qui tenuta al sicuro. Sempre più alto l’interesse in Europa per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica, Carbon Capture and Storage – CCS. Un processo tecnologico che potrebbe aiutare enormemente il continente (e non solo) a raggiungere più rapidamente gli obiettivi di impatto zero entro il 2050.
Nella pratica, l’anidride carbonica nell’atmosfera viene catturata da particolari filtri industriali, e quindi portata allo stato liquido. Una volta stoccata in particolari fusti, viene poi trasportata dalla nave Aurora Storm verso la piattaforma offshore “Nini”, che anziché pompare greggio verso l’altro, inietta il liquido verso il deposito esaurito.
Anche la Norvegia sulla CCS
Per raggiungere l’obiettivo, la Commissione stima che l’Europa debba stoccare almeno 300 milioni di tonnellate di CO2 all’anno entro la metà del secolo, per stare in linea con i suoi obiettivi. Nella cornice del Mare del Nord, ricco di pozzi di petrolio e di gas esauriti, le attività di questo tipo dovrebbero moltiplicarsi nei prossimi anni.
Anche la Norvegia ha già iniziato a lavorare in questo senso. Nel dicembre 2022, l’Agenzia danese per l’energia ha autorizzato Project Greensand a immagazzinare la prima CO₂ nella parte danese del Mare del Nord. Intanto Oslo ha dato il via al progetto Longship, che mira a creare una rete infrastrutturale transfrontaliera e open source per il trasporto e lo stoccaggio della CO2, in grado di offrire a tutte le aziende europee l’opportunità di “immagazzinare” le emissioni e trasportarle nel Mare del Nord.
Longship include la cattura di CO2 da fonti industriali nella regione del fiordo di Oslo, verso un terminale a terra sulla costa occidentale norvegese. Da lì, la CO2 liquefatta sarà trasportata tramite oleodotto a un sito di stoccaggio offshore sottomarino nel Mare del Nord, per lo stoccaggio permanente. La prima fase del progetto sarà completata a metà del 2024 con una capacità fino a 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno.
Leonardo Parigi
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