L’Artico è la regione più settentrionale della Terra.
La maggior parte degli scienziati definisce l’Artico come la regione situata sopra al Circolo Polare Artico, una linea immaginaria che circonda il globo a circa 66 ° 34 ‘N.
L’Artico comprende il bacino dell’Oceano Artico, le aree settentrionali della Scandinavia, Russia, Canada, Groenlandia, e lo stato americano dell’Alaska.
La regione Artica è davvero immensa e quasi completamente coperta dall’acqua, in gran parte acqua dolce congelata: basti pensare che i ghiacciai dell’Artico costituiscono circa il 20% della fornitura di acqua dolce dell’intero globo terrestre.
Gran parte dell’Artico, tuttavia, è costituito da acqua salata dell’Oceano Artico. Alcune parti dell’oceano rimangono congelate per tutto l’anno (o quasi tutto). L’acqua di mare congelata viene comunemente chiamata ghiaccio marino. Spesso il ghiaccio marino è completamente coperto da una spessa coltre di neve.
Il ghiaccio marino ha un’importanza fondamentale per la vita sulla Terra, dato che aiuta a determinare il clima terrestre.
Durante i mesi invernali dell’emisfero settentrionale, l’Artico è uno dei luoghi più freddi e più bui della Terra. Il circolo polare artico segna la latitudine sopra la quale il sole non tramonta sul solstizio d’estate e non sorge sul solstizio d’inverno. Al Polo Nord, il sole sorge una volta all’anno e tramonta una volta all’anno: ci sono sei mesi di luce diurna continua e sei mesi di notte continua. Alle latitudini più basse, ma a nord del circolo artico, la durata del giorno e della notte continui è più breve.
L’ambiente Artico
Ecosistema artico marino
Il bacino del Mar Glaciale Artico è il più superficiale di cinque bacini oceanici presenti sulla Terra. È anche il meno salato, a causa della bassa evaporazione e degli enormi afflussi di acqua dolce provenienti da fiumi e ghiacciai. L’acqua fredda oceanica è ricca di sostanze nutritive, così come di organismi microscopici (come fitoplancton e alghe).
Nell’ambiente polare artico sono presenti parecchi animali, fra cui pesci artici, uccelli marini (come gabbiani), una grande varietà di cetacei (come le balene o i narvali), delfini, squali, foche, leoni marini e trichechi.
Ecosistema polare terrestre
Il paesaggio Artico offre una grande varietà di ecosistemi terrestri. Questa regione comprende le cime della catena montuosa Brooks nell’America del Nord, l’enorme calotta polare artica della Groenlandia, le isole dell’arcipelago dello Svalbard, i fiordi della Scandinavia settentrionale e gli altopiani della prateria artica e le ricche valli fluviali della Siberia settentrionale.
Nonostante siano presenti alcune foreste vicino al Circolo Polare Artico, la flora artica è generalmente limitata a erbe, carici e vegetazione della tundra come muschi e licheni. Le piante artiche hanno le capacità di sopravvivere nonostante siano completamente coperte da neve per gran parte dell’anno.
In questa regione dal clima ostile sono presenti parecchi insetti, fra cui zanzare e tarme, soprattutto perchè il gelo provoca la formazione di stagni durante le stagioni primaverili ed estive. Gli insetti e le larve rappresentano la principale fonte di nutrimento per parecchi animali artici come ad esempio gli uccelli.
Fra gli animali più rappresentativi della zona polare Artica, ricordiamo il caribù, l’orso polare, il gufo delle nevi, la lince artica, la lepre artica e la volpe artica. La maggior parte di questi animali presenta una pelliccia di colore bianco, che permette a questi animali di mimetizzarsi e proteggersi dai predatori.
Molti degli animali artici cambiano anche il colore del pelo: la lepre artica, ad esempio, presenta una pelliccia di colore grigio-marrone durante l’estate (che le permette di mimetizzarsi con la tundra circostante) che poi diventa bianca durante l’inverno, quando il terreno si ricopre totalmente di neve.
Il clima Artico
Quando il clima invernale diventa insolitamente freddo, a volte si usa dire che è arrivato un clima artico (o un clima polare)
A volte questo detto rispecchia la realtà, perché durante l’inverno l’aria artica si diffonde verso sud verso regioni ben al di fuori del Circolo Polare Artico.
Il meteo e il clima del Polo Nord sono molto diversi da quelli delle medie e basse latitudini, dove vive la maggior parte delle persone, ma non si tratta sempre di freddo pungente.
Durante l’inverno, il raffreddamento radiativo in superficie è associato al freddo estremo, ma, ad altezze di poche migliaia di metri sopra la superficie, si possono spesso trovare temperature più calde (fino a 11-17 °C).
La temperatura superficiale più bassa mai registrata in Nord America è stata osservata a Snag, Yukon (-63 ° C), e temperature ancora più basse sono state osservate in Yakutia (-68 ° C) e nella Groenlandia settentrionale (−70 ° C).
A causa delle alte latitudini, l’energia solare è limitata ai mesi estivi le cui giornate possono tuttavia essere sorprendentemente calde, anche nelle regioni della tundra, e i temporali estivi nell’Artico sono comuni.
L’uomo nel territorio Artico
L’estremo clima artico rende la regione un posto particolarmente proibitivo in cui viaggiare e in cui vivere. Nel corso degli anni, sono state tantissime le esplorazioni in questa zona artica, così come le popolazioni che qui, in questo territorio, hanno gettato le basi e fondato delle vere e proprie comunità: in totale, sono circa 4 milioni le persone che vivono nella regione Artica.
Popolazioni indigene dell’Artico
Tutte le popolazioni che vivono in questo territorio hanno saputo adattarsi e sviluppare modi intelligenti e innovativi per resistere al clima rigido di questa regione polare.
Gli alloggi o altri rifugi, ad esempio, hanno da sempre rappresentato una sfida per gli abitanti. Spessi strati di neve perenne e mancanza di alberi per il legname hanno limitato lo sviluppo di strutture in legno o in pietra comuni nei climi subartici.
Gli Inuit della Groenlandia e del Canada, ad esempio, hanno saputo progettare delle vere e proprie “case di ghiaccio”, più comunemente conosciute come igloo. Gli igloo sono delle strutture circolari composte da blocchi di ghiaccio sovrapposti e isolati con la neve. I blocchi rettangolari vengono accatastati seguendo un motivo a spirale, dando quindi all’igloo la forma di una cupola. Gli igloo presenti nell’Artico possono contenere da un minimo di due a un massimo di 20 persone.
Tuttavia, gli Inuit non sono gli unici abitanti dell’Artico; le altre popolazioni maggiormente conosciute sono gli Yu’pik, gli Iñupiat, gli Athabascan e i Sami.
Tradizionalmente, le popolazioni native dell’Artico vivevano principalmente di caccia, pesca, pastorizia, e raccolta di piante selvatiche per il cibo, anche se alcune persone hanno praticato l’agricoltura, in particolare in Groenlandia.
Oggi, culture artiche come gli Inuit e i Sami hanno accesso a materiali di costruzione di alta qualità e sofisticati piani di ingegneria strutturale, e vivono come noi, con case ed elettrodomestici moderni. Tuttavia, esiste un movimento attivo tra gli indigeni dell’Artico per trasmettere le conoscenze e le abilità tradizionali (come caccia, pesca, pastorizia e lingue native) alle generazioni più giovani.
Spedizioni polari artiche
L’esplorazione dell’Artico iniziò con l’insediamento vichingo nella Scandinavia settentrionale e in Islanda nel 900. Gli esploratori russi percorsero la Rotta del Mare del Nord del Passaggio a nord-est e dell’Artico siberiano, attraversando infine lo stretto di Bering nel 1600.
La ricerca del passaggio a nord-ovest, che avrebbe fatto risparmiare parecchio tempo e denaro per gli scambi Europa ed Asia, ha guidato l’esplorazione dell’Artico durante l’Età della Scoperta.
Parecchi esploratori come John Cabot, Martin Frobisher e Henry Hudson non sono riusciti a trovare una rotta in acque libere. Il passaggio a nord-ovest non fu completamente navigato fino al 1906, quando il leggendario esploratore norvegese Roald Amundsen e il suo equipaggio compirono un intero viaggio dalla Groenlandia all’Alaska. Lo spostamento del ghiaccio marino rese il viaggio molto pericoloso, e ci vollero circa 3 anni per completarlo.
Risorse nel circolo polare Artico
L’Artico presenta enormi giacimenti di petrolio e gas naturale. In Alaska, diverse compagnie petrolifere lavorano con gruppi indigeni per trivellare ed esportare milioni di barili di petrolio ogni anno. Il versante nord dell’Alaska contiene il 6% dei maggiori giacimenti petroliferi degli USA e uno dei 100 maggiori giacimenti di gas naturali al mondo.
Diversi ingegneri stimano che i depositi di petrolio e gas presenti nell’Artico costituiscano il 13% delle risorse di gas naturale non ancora scoperte.
L’Artico è anche ricco di minerali, come il nichel, il rame, pietre preziose ed altri elementi rari che vengono utilizzate oggi giorno per batterie, magneti e scanner.
Alcuni di questi depositi minerali sono sotterranei, mentre altri sono sepolti sotto l’Oceano Artico.
Il cambiamento climatico nell’Artico e lo scioglimento dei ghiacciai
Anche se alle latitudini italiane la “questione artica” è sottovalutata rispetto ad altri più pressanti impegni, come il Mediterraneo e il Medio Oriente per ovvie ragioni strategiche, in altri stati come la Danimarca si riflette anche in chiave di Difesa sulle conseguenze delle nuove possibilità che si schiudono dopo secoli di ghiaccio su una porzione così vasta di territorio del pianeta.
Si stima che la copertura di ghiaccio nell’Oceano Artico si sia ridotta di circa il 50% negli ultimi quarant’anni, con immense implicazioni per l’ambiente e per le popolazioni native.
Non si tratta di evidenziare solamente il pericolo ambientale dello scioglimento dei ghiacci, effetto conseguente dell’innalzamento delle temperature, e causa dell’innalzamento dei mari, che già di per sé sarebbe un argomento centrale per la politica internazionale: si tratta, invece, di allargare questa visione di “effetti domino” sulla sicurezza di una regione immensa per dimensioni e per capacità di sviluppo, che riguarda tutta l’Unione Europea.
Nella regione abitano popolazioni autoctone, che contano circa 4 milioni di persone. Artide e Antartide sono caratterizzati da un regime di “internazionalità”, impedendo agli Stati di occuparsene solo in via unilaterale, ma, tra le differenze più sostanziali, vi è il Trattato di Washington del 1961, che regola la regione del Polo Sud, mentre non esiste una regolamentazione internazionale per l’Artico.
Nel 1991, con il “Processo di Rovaniemi”, fu costruito un primo pilastro per la cooperazione sul tema della protezione ambientale, sfociato poi nella costituzione del Consiglio Artico nel 1996. Ad oggi, l’unico riferimento normativo da considerare nelle vicende artiche è la Convenzione dell’ONU sul Diritto del Mare del 1982 (UNCLOS).
L’American Geological Survey stima che sul fondo dell’Oceano Artico siano conservate riserve di petrolio e gas naturale pari al 25% delle attuali riserve mondiali. Inoltre sono presenti, così come in Groenlandia, metalli e minerali come Antimonio, Berillio, Gallio, Magnesio, Tungsteno, Zinco, Cromo, Titanio e Uranio in quantità tali da attirare l’attenzione delle grandi multinazionali minerarie.
Fonti: Nationalgeographic.org, Alaskanative.net, Nsidc.org, Wikipedia