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Dalle Dolomiti all’alto Nord

Alla scoperta dell’Osservatorio atmosferico del Col Margherita, dove la ricerca scientifica punta l’atmosfera globale.

In cima alle Alpi

Lo sapevate che esiste un luogo in Italia dove è possibile studiare le condizioni meteo-climatiche, al pari di quelle delle Isole Svalbard? Per farlo bisogna salire a 2.550 metri sul versante meridionale delle alpi orientali, sulle vette delle Dolomiti, patrimonio UNESCO.

Qui si trova l’Osservatorio Atmosferico di alta quota del Col Margherita (MRG), osservatorio meteo-climatico dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISP). Giulio Cozzi e Fabrizio De Blasi, ricercatori dell’Istituto, ci hanno raccontato la storia di questo luogo e la sua connessione unica con l’Artico.

col margherita

La struttura nasce nel 2012 nell’ambito del progetto GMOS (Global Mercury Observation System), che aveva come obiettivo quello di misurare le quantità di mercurio nell’atmosfera. Da qui sono poi seguiti vari progetti, che hanno visto l’installazione di tutta una serie di strumenti che hanno permesso all’osservatorio di diventare una stazione rappresentativa nel contesto delle misurazioni delle condizioni della circolazione della libera atmosfera, ossia quella parte di atmosfera che è al di fuori dell’influenza dell’inquinamento del fondovalle.

Aria pura di montagna

L’Osservatorio Margherita, dunque, si trova in una posizione strategica perché va a collocarsi al di sopra del rimescolamento dell’atmosfera dovuto all’attività antropica. “La posizione a 2.550 metri in quota ci permette anche nei mesi estivi di rilevare misure che sono totalmente non influenzate dalle attività antropiche del fondovalle, tranne per alcuni scambi di masse molto localizzate che influenzano la nostra stazione. Ma a livello di circolazione atmosferica sinaptica, la stazione è proprio rappresentativa della libera circolazione dell’atmosfera”, spiega Fabrizio De Blasi.

Durante gli anni, la costellazione di sensori presenti nella stazione si è ampliata, arrivando a comprendere strumenti che permettono di raccogliere dati ancillari alle misurazioni dei componenti dell’atmosfera, tra cui tutte le caratteristiche meteo – temperatura, umidità, radiazioni solari, velocità e direzione del vento – per arrivare a specializzare la ricerca sempre di più sulla misurazione dei gas in atmosfera e del particolato, quindi delle polveri e dell’inquinamento.

osservatorio col margherita

Da qualche anno, raccontano Cozzi e De Blasi, la stazione è entrata a far parte del GAW, il Global Atmosphere Watch, organizzazione internazionale di cui fanno parte diverse stazioni che hanno una valenza regionale o locale per le loro rilevazioni atmosferiche. Tra i pochi osservatori italiani che fanno parte di questo progetto, per esempio, si trova anche l’Osservatorio Climatico “Ottavio Vittori”. Collocato sulla vetta di Monte Cimone (2.165 m), il picco più elevato dell’Appenino settentrionale, il quale – grazie all’orizzonte completamente libero, alla sua quota e alla distanza da importanti fonti di inquinamento – rappresenta una piattaforma strategica per lo studio della variabilità della composizione dell’atmosfera nell’Europa Meridionale e nella regione del Mediterraneo.

Il campionamento dell’atmosfera

“La stazione di Col Margherita nasce come punto di campionamento dell’atmosfera a livello locale, e il nostro obiettivo sarebbe quello di riuscire a elevarla a essere una stazione di tipo regionale che possa essere rappresentativa delle Alpi Centro-Orientali”, continua De Blasi. “Con questa idea in mente, abbiamo acquistato diversi strumenti per andare a monitorare quale sia il trend dei gas in atmosfera, in particolare l’azoto, il monossido di carbonio e l’ozono, insieme all’analisi del particolato”. 

I dati collezionati dai sensori della stazione vengono inviati tramite rete cellulare a uno dei campus dell’Università Ca’ Foscari, che è direttamente coinvolta nel progetto ITINERIS (Italian Integrated Environmental Research Infrastructures System), il cui obiettivo primario è quello di costruire il sistema integrato italiano delle infrastrutture di ricerca nel settore scientifico-ambientale.

L’Università veneziana, quindi, è coinvolta nel lavoro dell’Osservatorio Col Margherita nella gestione dei dati attraverso il proprio sistema informatico, oltre che nell’acquisto e fornitura di alcuni degli strumenti presenti nella stazione. La stazione fa anche parte della Rete di Rifugi Sentinella del CAI, Club Alpino Italiano, grazie alla collaborazione del CNR con alcuni rifugi nell’installazione di centraline ambientali o di monitoraggio meteorologico.

Lo sviluppo della stazione

Nella forma attuale, la stazione è un semplice container in quota. Ma i progetti per questo cuore pulsante della ricerca meteorologica sulle Dolomiti sono ben più ambiziosi. Tra questi, la costruzione di una vera e propria stazione di monitoraggio che sia importante anche dal punto di vista architettonico. L’obiettivo è quello di ricostruire una stazione che assumerà le fattezze di una baita in legno in stile alpino, grande più del doppio delle dimensioni attuali, che permetterà quindi di svolgere le ricerche in maniera più efficiente. 

Se vi state chiedendo cosa abbia a che fare un container sperduto nelle Dolomiti bellunesi con la regione artica, è proprio la peculiarità della posizione strategica sul Col Margherita: da qui è infatti possibile captare dati rappresentativi della libera circolazione dell’atmosfera, libera dall’influenza delle attività antropiche provenienti dal fondovalle, al pari della zona artica. Lo stesso tipo di rilevamento delle correnti atmosferiche che si riesce a condurre qui nelle nostre Alpi, infatti, è quello che viene fatto nella stazione meteorologica del CNR a Ny Ålesund, nelle isole Svalbard, anche se ad altitudini più basse.

Giulia Prior

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Giulia Prior
the authorGiulia Prior
Ho conseguito una Laurea Magistrale in Security Intelligence and Strategic Studies presso l'Università di Glasgow dopo una triennale concentrata sul diritto internazionale ed europeo. Mi appassionano tematiche legate ai diritti umani, alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza internazionale.

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