Il Canada ha depositato un addendum per estendere la sua piattaforma continentale nell’Artico, aumentando significativamente le sue sovrapposizioni con le rivendicazioni della Russia.
Nel 2023 saranno dieci anni da quanto il Canada ha ratificato la UNCLOS, la legge sul Diritto del Mare del 1982, che regola, tra le altre cose, l’estensione delle piattaforme continentali sotto il mare. Per capire meglio di cosa stiamo parlando:
La piattaforma continentale di uno Stato costiero consiste nel prolungamento naturale del suo territorio terrestre, e comprende il fondo marino e il sottosuolo al di là del suo mare territoriale fino all’orlo esterno del cd. margine continentale, o fino a una distanza di 200 miglia marine dalle linee di base dalle quali si misura la larghezza del mare territoriale, nel caso che l’orlo esterno del margine continentale si trovi a una distanza inferiore (art. 76 UNCLOS).
Su questa zona i diritti di esplorazione e sfruttamento dello Stato costiero sorgono ipso iure e, dunque, a prescindere dall’occupazione e da ogni forma di proclamazione espressa (art. 77 UNCLOS). La UNCLOS è l’unica vera legge internazionale che “regola” le questioni territoriali nell’Artico, e questo la rende il vero quadro normativo su cui lavorano i cinque Paesi costieri dell’area (Stati Uniti, Canada, Danimarca, Norvegia e Russia).
L’addendum presentato dal Canada va ad aggiungersi alla rivendicazione del Canada del 2019, che chiede circa 1,2 milioni di chilometri quadrati di fondale e sottosuolo dell’Oceano Artico. Il Canada ha lavorato alla raccolta di dati per supportare le sue affermazioni nell’Oceano Artico e Atlantico dal 2003.
Ma l’UNCLOS consente l’estensione delle piattaforme continentali se uno Stato dispone di dati scientifici per dimostrare che particolari caratteristiche geologiche o geografiche sottomarine siano in realtà estensioni delle relative piattaforme continentali.
Ma nel documento addendum, il Canada afferma di aver avuto regolari consultazioni con la Russia, così come ha fatto con la Danimarca e gli Stati Uniti, paesi con i quali anche Ottawa ha rivendicazioni sovrapposte. “Durante la preparazione di questa presentazione, consultazioni regolari tra il Canada e la Federazione Russa hanno rivelato sovrapposizioni nelle rispettive piattaforme continentali nell’Oceano Artico”, si legge nell’addendum.
La Dorsale di Lomonosov è una “catena montuosa” sottomarina che si estende sul fondo marino dell’Oceano Artico, al centro delle rivendicazioni di tre dei cinque Stati costieri. Russia, Canada e Danimarca affermano infatti che appartenga alle proprie piattaforme continentali, il che la rende così importante per la potenziale estensione territoriale di ciascuno di essi.
La richiesta di estensione della piattaforma viene fatta pervenire alle Nazioni Unite, e la commissione dedicata al tema impiega molti anni per prendere una decisione al riguardo. Ma lo scoppio della guerra in Ucraina ha congelato i lavori del Consiglio Artico, lo scorso marzo, mentre a giugno Canada, Finlandia, Islanda, Danimarca, Norvegia, Svezia e Stati Uniti hanno dichiarato che avrebbero ripreso i lavori sui temi che non riguardavano la Russia.
La richiesta del Canada arriva dunque in un vuoto diplomatico di confronto tra gli Stati, per quanto il lavoro alle Nazioni Unite prosegua ininterrotto. Un tema, quello della legittimità politica del Consiglio Artico, che dovrà presto essere affrontato.
Leonardo Parigi
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