Contrordine da Reykjavík. Dopo lo stop temporaneo arrivato a inizio estate, il ministero dell’agricoltura e della pesca ha riaperto la stagione di caccia.
Revoca allo stop
«Ci sono ormai poche giustificazioni per autorizzare la caccia alle balene oltre il 2023», diceva la ministra per l’agricoltura e la pesca islandese, Svandís Svavarsdóttir, sul finire dell’inverno 2022. E le associazioni ambientaliste esultavano per un cambio di passo che sembrava segnare una nuova epoca.
All’inizio di giugno 2023, il ministero confermava la volontà di fermare la pratica della caccia alle balene, sempre più invisa politicamente alla piccola nazione atlantica, che da circa due decenni guarda sé stessa come uno Stato artico centrale. Ma la doccia fredda è arrivata pochi giorni fa, quando è stato dato il via libera alla stagione di caccia.
A fermare i balenieri, va sottolineato, non era stata una volontà politica definitiva, ma gli effetti di uno studio indipendente che mostrava che nel 2022 solo il 59% degli animali fosse morto sul colpo, mentre altri esemplari avevano sofferto delle ferite inferte dagli arpioni anche per ore. Da qui, la volontà di rivedere la normativa per lasciare aperta la caccia, ma con misure di protezione del benessere animale.
Mondo ambientalista in subbuglio
La stagione quindi è riaperta, con alcune novità. Stando alle indicazioni del governo islandese, si potranno cacciare solo balenottere comuni che si trovano nell’arco di 25 metri, solo durante il periodo diurno, e solo da parte di personale formato ad hoc con l’equipaggiamento migliore per la caccia.
Patata bollente quindi per la ministra del partito dei Verdi, che non può opporsi alle licenze già erogate. Saranno quindi governo e Parlamento a esprimersi sulla questione. L’Islanda aveva riaperto la caccia alle balenottere nel 2006, dopo una pausa lunga 20 anni.
Leonardo Parigi
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