Nuova uscita per il nostro dossier tematico. Il nuovo numero, “Il club dell’Artico“, indaga su tutti i Paesi che puntano ad avere uno spazio nella regione polare, pur essendo geograficamente anche molto distanti.
Il club dell’Artico
Esiste una porzione di pianeta in cui ancora nulla è davvero umano. Se siamo davvero entrati nell’era dell’Antropocene, come sostengono molti scienziati, è pur vero che a queste latitudini sembra molto difficile rendersene conto, a una prima occhiata. Eppure, il cambiamento climatico corre per trasformare l’Artico in qualcosa di sconosciuto. E noi con lui.
Ma se gli aspetti ambientali e climatici hanno un determinato peso anche per delineare confini, pretese e guerre in tutto il resto del mondo, qui rappresentano anche una insperata occasione. Di sviluppo economico sostenibile, di riscatto sociale, di crescita. Quale sarà però il prezzo da pagare, per le popolazioni locali e per le relazioni fra gli Stati? E come possiamo davvero parlare di “Geopolitica”, se la geografia e le strutture dell’esistente artico vanno modificandosi così rapidamente?
Le relazioni fra alcuni degli Stati costieri oggi sono tese, e la cooperazione regionale – un vanto e un esempio globale di alleanza per fini di benessere ambientale – è evaporata nel tempo in cui la posta in gioco si è alzata di un gradino. Per un giocatore che oggi non siede più al tavolo dei decisori, ma che ha saldamente in mano il pallino del sistema, molti altri si affannano per farsi avanti. L’Artico è una possibile manna dal cielo per chi vede nella Northern Sea Route una nuova rotta commerciale, lontana dagli occhi indiscreti statunitensi.
Per chi punta a indossare un nuovo vestito di Paese autonomo e sovrano. Per chi, ancora, vuole avere un maggior peso politico all’interno delle strutture di cui è già parte. In questo nuovo numero di BOREALIS, il dossier di Osservatorio Artico, abbiamo deciso di raccontarvi le politiche di Stati che artici non sono, ma che guardano, con diverse sfumature, al mondo di ghiaccio. Per potersi dire, anch’essi, protagonisti del prossimo mondo polare.
Buona lettura, e grazie: BOREALIS
Leonardo Parigi
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