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Il 2024 ha confermato la leadership della Norvegia nella transizione all’auto elettrica 

Crediti: NAF.no / Eirik Aspaas

Secondo i dati della Federazione Stradale Norvegese (OFV) sulle nuove immatricolazioni nel 2024, nove macchine su dieci erano alimentate a batteria. Il paese nordico è vicino a raggiungere il suo ambizioso obiettivo di immatricolazioni 100% elettriche al 2025. 

Obiettivi a portata di mano  

Già nel 2023, l’82.4% delle nuove auto vendute in Norvegia era alimentato a batteria. A settembre 2024 i veicoli 100% elettrici hanno superato in numero i veicoli a benzina registrati nel paese, segnando un primato mondiale. Insomma, i numeri appena pubblicati relativi al 2024, 88.9% di nuove auto alimentate a batteria, non sono di certo una sorpresa per un paese che—pur nella sua intima contraddizione di produttore ed esportatore di petrolio—è stato indubbiamente costante nella decarbonizzazione dei trasporti

Mentre la vicina Unione Europea cerca di difendere l’obiettivo di azzerare le emissioni di CO2 delle nuove auto messe in circolazione con una serie di giri di vite fino alla tolleranza zero prevista al 2035, la Norvegia si avvicina a passo deciso al suo target di sole immatricolazioni 100% elettriche già nel 2025. I marchi più popolari lo scorso anno sono stati Tesla, Volkswagen e Toyota

Grafico elaborato da Reuters (2025)

Secondo la presidente della Norwegian Electric Vehicle Association, Cristina Bu, intervistata da Reuters, il paese sarà il primo a “cancellare in sostanza le auto a benzina e diesel dal mercato del nuovo”

Una rivoluzione graduale ma solida 

Secondo diversi esperti, Bu inclusa, il primato norvegese sarebbe reso possibile da una combinazione di elementi. Innanzitutto, la continuità della linea politica su un target informale adottato nel 2017. In secondo luogo, la predisposizione di incentivi economici per l’acquisto di veicoli elettrici da un lato e il graduale aumento delle imposte sulle auto a benzina e diesel dall’altro. Infine, il fatto che la Norvegia non abbia una storia di produzione nel settore dell’automotive. 

L’importanza di sussidi stabili per la crescita del parco auto elettrico è comprovata dai dati presentati dalle vicine Svezia e Finlandia dove la vendita di auto elettriche è invece calata significativamente nel 2024, in un quadro di generale di calo dei volumi di acquisto per tutti i tipi di auto. 

L’elettrificazione del trasporto leggero su gomma è una chiave imprescindibile per il raggiungimento dei target climatici nazionali e internazionali, ma è anche una transizione caratterizzata da forte inerzia. Per vincerla serve pianificazione rigorosa, lungimirante e sistematica. Insieme al parco auto, infatti, devono crescere anche le infrastrutture di ricarica. In Norvegia le stazioni di ricarica pubbliche sono più di 27,000

Fare i conti con il gelo

Il dominio elettrico del mercato in un paese come la Norvegia chiama in causa uno dei principali miti che circondano l’affidabilità dei veicoli a batteria: le persone alla guida di un auto elettrica sarebbero tragicamente destinate a essere lasciate a piedi nelle temperature più rigide. 

Facciamo chiarezza. Le temperature estreme (calde e fredde) hanno degli impatti sulla performance di qualsiasi tipo di auto, veicoli a batteria inclusi. A causa di processi chimici e meccanici, quando il termometro arriva a 0°C l’autonomia delle auto full-electric si riduce (in media del 20%) rispetto alle condizioni ideali di guida e il tempo necessario alla ricarica si allunga. 

Fonte: Recurrent (2025)

Le performance possono variare sensibilmente tra diversi modelli—la BYT Tang ad esempio perde solo l’11% dell’autonomia dichiarata—e a seconda della tecnologia di riscaldamento usata dalla batteria. L’uso di una pompa di calore al posto di resistenze di riscaldamento, sistemi di preriscaldamento e isolamento termico della batteria garantiscono una maggiore autonomia.  

In aree geografiche dove le temperature invernali medie sono molto rigide, queste specifiche sono particolarmente preziose e disporre di una rete di ricarica capillare è essenziale, ma qui entra gioco anche la semplice disponibilità a riadattare le proprie abitudini con una serie di semplici accorgimenti ben lontani dal completo sacrificio della libertà di movimento paventato dai piú scettici.  

Annalisa Gozzi

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Annalisa Gozzi
the authorAnnalisa Gozzi
Sono una studentessa del Master in Environmental Policy all’Università Sciences Po di Parigi. Sono appassionata di comunicazione e cerco di rendere il tema del cambiamento climatico accessibile nella sua complessità.

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