Un viaggio in barca a vela in Groenlandia per monitorare il cambiamento climatico e raccontare l’impatto diretto e indiretto non solo sulla fauna, ma anche sulla cultura indigena e sulla società.
È ormai evidente che il nostro Pianeta stia attraversando una fase di cambiamento climatico, il cui ritmo è molto più incalzante nelle regioni polari rispetto al resto del mondo. La Groenlandia, che costituisce uno dei principali hotspot dell’emergenza climatica, ha attirato l’attenzione del WWF , che ha intrapreso un lungo viaggio in barca a vela con lo scopo di documentare in prima linea i mutamenti in atto sull’isola.
La spedizione, denominata “Missione Artico” ha condotto la Direttrice del Programma di Conservazione, Isabella Pratesi direttamente nel cuore del freddo Nord, nell’affascinante Terra dei Ghiacci, a bordo dell’imbarcazione Quicksilver.
L’itinerario ha previsto 14 giorni di navigazione lungo la costa orientale della Groenlandia, partendo dal piccolo centro di Ittoqqortoormiiit e ha dato vita ad un suggestivo cortometraggio suddiviso in 5 episodi, destinato a diventare testimonianza preziosa di un mondo il cui volto sta cambiando per sempre.
“L’Artico non è un luogo uguale agli altri, è uno dei motori del clima del pianeta”, afferma Pratesi, sottolineando l’importanza di affrontare la crisi climatica partendo da dati incontrovertibili. Prima di iniziare la spedizione, Pratesi ha voluto incontrare Simonetta Cheli, Direttrice dei programmi dell’ Osservatorio della Terra dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), per meglio comprendere il ruolo dei satelliti nello studio del clima ed essere aggiornata sui progressi compiuti nel campo in anni recenti.
“I dati satellitari ci danno lo stato di salute del nostro Pianeta” spiega Cheli – abbiamo ad oggi 16 satelliti in attività, ne stiamo costruendo altri 41 e abbiamo 15 progetti in fase di studio. È il programma sull’ambiente e l’osservazione della Terra più grande al mondo”.
Le immagini satellitari comparate negli anni mostrano la progressiva alterazione del paesaggio terrestre, mettendo a nudo gli effetti diretti di eventi climatici estremi come alluvioni e siccità.
I risultati allarmanti fornitigli dall’ESA hanno motivato il WWF a toccare con mano le criticità della situazione in Groenlandia. È proprio con l’aiuto dei dati satellitari che i diversi team di scienziati polari hanno potuto stimare la perdita di massa della calotta glaciale groenlandese, la seconda più larga al mondo.
I tempi e le modalità dello scioglimento dei ghiacciai in Groenlandia stanno avendo effetti significativi sugli ecosistemi dei fiordi, con conseguenze sulla vita marina e sul ciclo del carbonio.
Le comunità locali groenlandesi, principali testimoni del cambiamento, stanno già sperimentando gli impatti climatici nella loro vita quotidiana. Le interviste condotte dal WWF evidenziano il timore che il cambiamento climatico possa distruggere la loro cultura e il loro stile di vita millenario, da sempre legati alle attività di caccia e di pesca sulla costa.
“Non ci sono più narvali, si stanno spostando verso Nord per mancanza di ghiaccio marino” racconta Isak Poke, cacciatore Inuit “è aumentata la differenza fra alta e bassa marea, ci sono variazioni sempre più ampie e questo influisce molto sulla formazione e la stabilità del ghiaccio marino”.
La spedizione del WWF offre uno sguardo mozzafiato ma anche spaventoso: sono circa 280 le gigatonnellate di ghiaccio che ogni anno si perdono in Groenlandia.
Il 2025 sarà l’Anno Internazionale della Salvaguardia dei Ghiacciai dichiarato dalle Nazioni Unite e il WWF Italia, attraverso la “Missione Artico”, ha voluto sottolineare la necessità di azioni immediate volte alla mitigazione del cambiamento climatico nelle zone polari.
Il messaggio del WWF è chiaro: il tempo per agire è ora, e solo attraverso azioni concrete e sostenibili possiamo preservare il nostro pianeta per le generazioni future.
Barbara Fioravanzo
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