Uno studio pubblicato questa settimana denuncia il fatto che potremmo osservare estati senza ghiaccio nell’Artico decisamente prima del previsto.
Secondo il sesto rapporto di valutazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l’Artico sarà praticamente privo di ghiaccio a partire da settembre del 2050, in scenari di emissioni di gas serra intermedie e elevate. Sulla base delle tendenze osservate negli ultimi 41 anni, lo scioglimento più repentino si verifica tra settembre e ottobre.
Il nuovo studio, pubblicato sul Nature Communications Journal, afferma che i modelli IPCC potrebbero aver sottovalutato il tasso di declino del ghiaccio marino artico, e prevede che il primo settembre senza ghiaccio potrebbe concretizzarsi fra il 2030 e il 2040, correggendo la stima dell’IPCC di oltre un decennio. Inoltre, il declino dell’area di ghiaccio marino artico (SIA) potrebbe materializzarsi anche in uno scenario a basse emissioni.
“Fondamentalmente stiamo dicendo che è diventato troppo tardi per salvare il ghiaccio marino estivo artico. Non c’è più nulla che possiamo davvero fare per questa perdita, perché abbiamo aspettato troppo a lungo”, ha commentato Dirk Notz, oceanografo dell’Università di Amburgo e uno dei cinque autori dello studio.
Lo studio sottolinea i profondi impatti delle emissioni di gas serra sull’Artico, e dimostra la necessità di pianificare e adattarsi a un Artico stagionalmente privo di ghiaccio nel prossimo futuro.
Negli ultimi quattro decenni, il riscaldamento dell’Artico è stato molto più rapido rispetto al resto del mondo. La perdita di ghiaccio in questa regione critica aprirà l’Oceano Artico, portandolo ad assorbire anziché riflettere il calore, provocando un’escalation del riscaldamento globale.
Un fenomeno che sconvolgerebbe il sistema climatico del pianeta, amplificando eventi meteorologici come El Nino e La Nina, associati a siccità ed emergenze alluvionali.
Articolo pubblicato su Shipmag / in partnership con Osservatorio Artico
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