Sessione specifica per compagnie e porti oltre il Circolo Polare Artico, che alla fiera europea delle crociere raccontano la crescita del settore nell’alto Nord.
Tra le duemila persone partecipanti del primo giorno della fiera promossa da Clia Europe a Genova, molti sono i rappresentanti esteri di compagnie e porti. Tra questi, un piccolo gruppo specifico fa riferimento a un mondo in grande crescita per il comparto turistico.
Il mondo artico è diventato negli ultimi anni una mèta esotica che ha visto crescere significatamente i numeri dei passeggeri e dei viaggiatori, ispirati dalle lande desolate, dai ghiacci in rapido scioglimento e dai panorami mozzafiato. “I numeri del 2023 hanno regalato grandi soddisfazioni”, dice Einar Vik Aarset, Ceo della Norwegian Coastal Administration.
“Quasi 400o toccate nei porti, con un aumento di 1,9 milioni di passeggeri rispetto al 2022, che fanno lievitare il totale a più di 6 milioni di visitatori nell’arco dell’anno. Sono aumentati anche gli scali, con 474 nuove toccate”.
Numeri che fotografano bene il momento dorato del turismo in una regione complessa e difficile da gestire, anche per una questione di costi. “Ma soprattutto stiamo lavorando molto per educare i turisti e i viaggiatori prima del loro arrivo, perché non si trasformi tutto in una Disneyland senza freni”, ammonisce Gyða Guðmundsdóttir, community engagement specialist di AECO, l’associazione degli operatori crocieristici artici.
“Il lavoro che stiamo portando avanti è prima di tutto basato sulla sicurezza, anche perché le operazioni di Search&Rescue sono complesse e serve una cooperazione a tutti i livelli anche nell’ambito della preparazione. Dopo l’incidente della Ocean Explorer lo scorso settembre” (quando 200 persone rimasero bloccate nella Groenlandia settentrionale a bordo di una nave expedition incagliata nell’Alpefjord, ndr), “abbiamo lavorato per incrementare il livello di condivisione delle informazioni tra gli equipaggi e le guardie costiere dei vari stati, perché la sicurezza in un’area come questa è decisamente più complessa che in altre regioni”.
“La sostenibilità e la cura dell’ambiente circostante è cruciale anche per non svendere un patrimonio che è proprio ciò che cercano i viaggiatori, ma dobbiamo anche ragionare su come promuovere le aree”, conferma Monica Berstad, Ceo di Cruise Norway.
“Le persone vengono in Norvegia, Islanda, Groenlandia e nelle varie isole proprio per vivere la natura in maniera differente, e oggi abbiamo ben 40 porti che ospitano navi da crociera, soprattutto nei mesi estivi. La sfida è aprire la regione anche durante l’inverno, perché le comunità locali abbiano un flusso economico stabile durante tutto l’anno”. Ma il paradosso è dietro l’angolo.
Se le compagnie chiedono più restrizioni e attenzione alla promozione turistica, le comunità locali spingono per una maggiore apertura ai visitatori, che tra il 2006 e il 2016 sono cresciuti del 600%, mentre le navi passeggeri sono aumentate del 35% tra il 2013 e il 2019. Quota destinata ad aumentare dopo la pandemia, e che andrà a beneficiare ulteriormente del cambiamento climatico e dalla progressiva riduzione dei ghiacci marini artici. Mostrando plasticamente le sue debolezze ai sempre più numerosi ospiti delle crociere del nord.
Leonardo Parigi
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