Dopo il lancio del satellite russo Arktika-M, anche l’Unione Europea ribadisce il suo interesse per l’Artico dando il via alla Arctic Weather Satellite mission, con il compito di monitorare e mettere a sistema i dati climatici della regione.
Nell’ormai lontano novembre 2019, il Consiglio Ministeriale dell’European Space Agency discusse e approvò il budget per gli anni a venire, compresi i progetti di ricerca e i programmi ritenuti più rilevanti per il futuro.
Tra questi, l’Osservazione Terrestre ricevette in proporzione la fetta di bilancio più consistente, a riprova dell’interesse primario che l’ESA ha verso il cambiamento climatico e ben conscia dell’importanza delle infrastrutture spaziali per poter avere un quadro sempre più chiaro della situazione climatica.
Oltre all’espansione del programma europeo Copernicus – di cui abbiamo parlato e che non solo vede l’industria italiana in primo piano, ma anche l’Artico stesso come focus di una delle future Sentinelle spaziali – il Consiglio Ministeriale riunito a Siviglia aveva approvato anche un progetto minore specifico per la regione artica.
E così, il 9 marzo l’ESA ha affidato un nuovo progetto alla società OHB Sweden: l’oggetto del contratto è il primo prototipo dell’Arctic Weather Satellite mission. Insieme a Thales Alenia Space e Omnisys Sweden e molte altre piccole e medie imprese, OHB si occuperà di realizzare un satellite incentrato sulle previsioni meteo della regione artica.
Ma più che “forecasting”, termine usuale quando si tratta appunto di “pre-visioni” meteorologiche, con la nuova missione di EO l’ESA e l’EUMETSAT puntano a raggiungere le capacità di “nowcasting”, vale a dire ottenere un flusso di informazioni in tempo reale sulle condizioni meteo in Artico.
Satelliti che si occupano di previsioni meteorologiche ce ne sono già, e fanno parte senza che ne sappiamo molto della nostra vita quotidiana. Ma la copertura della regione artica è limitata e quindi ritenuta anche non propriamente sufficiente, considerando ovviamente – sottolineiamo noi – in prospettiva l’importanza che l’Artico riveste e rivestirà in futuro.
Non solo, l’ESA considera l’Arctic Weather Satellite (AWS) mission come una possibile costellazione di satelliti, in modo da migliorare il tempo di rivista del satellite sulla regione e aumentare il flusso di informazioni in tempo reale per coprire le necessità di dati sulle condizioni di temperatura e umidità – necessarie proprio per una serie di attività che si svolgono in Artico, e non ultimo per la sicurezza della navigazione e per lo studio globale del cambiamento climatico.
Atteso per il 2024 e aspettando la concretizzazione della possibilità di avere in futuro un ampliamento della missione, la firma di un contratto da 32 milioni con focus specifico per l’Artico è un’ottima notizia per l’importanza che questa regione si trova a rivestire nell’espansione delle capacità tecnologiche e nell’interesse degli attori in gioco.
Dopo il lancio del satellite russo Arkika-M – anch’esso base di una possibile costellazione – la “risposta” europea è concreta, si inserisce in un percorso di larga cooperazione anche con la NASA, e infine consolida l’interesse “spaziale” dell’ESA mettendo d’accordo tanti dei suoi stati membri su un progetto scientifico per il Grande Nord.
Giancarlo La Rocca
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