Scienza

L’Arctic Walk di Michael Haddad, il cammino tra i ghiacci per la scienza e la ricerca

Giovane attivista ambientale libanese, Michael Haddad è paraplegico dall’età di sei anni. La sua missione alle Isole Svalbard per il Seed Vault, accompagnato da Pietro Sebastiani e Maria Cristina Finucci.

In cammino per la scienza

Lo Svalbard Global Seed Vault è un luogo magico, ma per certi versi anche mitico. Capace di coniugare scienza, filosofia e storia, la costruzione si sviluppa sottoterra, con tre sale da 27 metri di lunghezza, 10 di larghezza e 6 di altezza, all’interno di una montagna di arenaria.

Al suo interno si celano 1.145.693 milioni di campioni di semi, provenienti da oltre 6.000 specie vegetali. Un colossale e unico deposito scientifico per la salvaguardia e il mantenimento della biodiversità agricola mondiale. Questo è stato il luogo di ritrovo della spedizione dell’Arctic Walk for Climate Resilience and Food Security, la spedizione guidata da Michael Haddad.

Giovane attivista libanese, paraplegico dall’età di sei anni, Haddad cammina grazie a uno speciale esoscheletro, in grado di funzionare grazie agli impulsi del suo cervello. «La determinazione di Haddad è un esempio, non soltanto per quanto riguarda la sua storia personale, ma anche per l’impegno che profonde nella salvaguardia dell’ambiente», racconta Pietro Sebastiani, Ambasciatore a riposo, già Direttore Generale della Cooperazione Italiana allo Sviluppo e rappresentante permanente d’Italia presso la FAO, l’UNESCO e la Santa Sede.

Dal deserto al mondo di ghiaccio

«Il mio ruolo in questa missione è limitato all’accompagnamento di Haddad, che sostengo da circa un anno. Ad accompagnarmi nella spedizione alle Svalbard anche mia moglie, Maria Cristina Finucci, artista e Presidente del Garbage Patch State».

Ma Pietro Sebastiani ha avuto un ruolo determinante anche per la creazione stessa del Vault, visto che nel 2008 era Ambasciatore Italiano presso FAO/IFAD/WFP, quando venne inaugurata la nuova banca mondiale dei semi. Il sostegno di Sebastiani alla causa del giovane libanese sposa diversi temi, accomunati da una visione d’insieme che tocca religione, sostenibilità ambientale, ricerca medico-scientifica.

«Oltre a me e mia moglie, ad accompagnare Haddad al Vault c’era un’equipe di scienziati che segue da vicino i progressi scientifici legati allo speciale esoscheletro costruito per lui. Ogni passo significa che Michael deve alzare fino a 100 chili, ma lo sviluppo tecnologico nel settore della nanomedicina è impressionante, e il suo impegno può essere un punto di svolta per la cura di molte altre persone nel mondo».

In cammino per una nuova società

In coordinamento con la Fao, l’Icarda (l’International Center for Agricultural Research in the Dry Areas) ha preparato per Haddad diversi pacchetti di sementi, che sono stati portati nella banca norvegese delle sementi. Sementi che provengono dall’Algeria, dall’Egitto, dall’Iraq, ma anche da Giordania, Libano, Libia, Marocco, Oman, Palestina, Siria, Tunisia e Yemen.

Insieme alle sementi, anche una copia dell’enciclica Laudato Sì di Papa Francesco. «Le nostre società sono fortemente diseguali, basta cambiare quartiere anche nelle nostre città per vedere quanto cambi anche la durata media della vita. Il concetto di ecologia rimette al centro l’uomo, perché solo attraverso una diversa visione del mondo e del nostro futuro».

Leonardo Parigi

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Leonardo Parigi

Sono Laureato in Scienze Politiche Internazionali all’Università di Genova e di Pavia. Sono giornalista pubblicista, e collaboro con testate nazionali sui temi di logistica, trasporti, portualità e politica internazionale.

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