Proseguono gli interventi pubblici e privati nei confronti dei partner russi, sia per la sicurezza sia per il futuro economico di Mosca.
Addio al gas?
L’Occidente ha deciso: Mosca delenda est. Almeno a livello economico. Dopo lo stop delle aziende marittime allo shipping e al settore cruise in Russia, e in conseguenza anche delle rigide sanzioni economiche europee e americane, anche il settore degli investimenti inizia a farsi sentire.
L’Italia è stata partner del progetto Arctic LNG 2 fino a oggi, assicurando a Novatek – il produttore russo di gas naturale liquefatto – oltre 500 milioni di euro, su un totale di circa 21 miliardi di dollari.
Le sanzioni immediate e granitiche dell’Occidente avevano colpito molti settori, tranne quello energetico.
Se il gas è ancora materia di mercato tra Europa e Russia, gli investimenti vengono al momento bloccati in attesa di capire l’evoluzione della situazione corrente.
L’Italia congela gli accordi
Cassa Depositi e Prestiti e Intesa Sanpaolo avevano discusso nelle ultime settimane la parte operativa del finanziamento previsto per Arctic LNG 2, che sarebbe stato garantito dall’agenzia italiana di credito all’esportazione, SACE. L’operazione, iniziata nel Dicembre 2018 con le firme dell’accordo, prevedeva la costruzione di tre piattaforme a gravità in cemento, da ancorare ai fondali marini russi in una zona di temperature estreme, per sostenere altrettanti impianti di liquefazione del gas.
Le tre nuove linee LNG dovevano essere realizzate nel distretto di Tazovsky, situato nella regione amministrativa autonoma di Yamal – Nenets. L’italiana Saipem aveva acquisito una quota lavori per un valore di circa 2,2 miliardi di euro, nell’Agosto 2019, spingendo ulteriormente in avanti gli accordi bilaterali fra Roma e Mosca.
Leonardo Parigi
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