Italia

Connessioni artiche: Italia e Norvegia si incontrano alla SIOI

Nei giorni 18 e 19 Ottobre 2022 si è tenuta, presso Palazzetto Venezia a Roma, la quarta edizione del Simposio Internazionale “Arctic Connections. The Great Challenge of the Arctic: Perspectives and Changes for a Peaceful Cooperation”.

Arctic Connections a Roma

Il 18 e 19 Ottobre scorso, nella sede di piazza Venezia, si è svolta la nuova edizione di “Arctic Connections”. Il convegno è il frutto della collaborazione tra SIOI (United Nations Association of Italy), Reale Ambasciata di Norvegia in Italia, e l’High North Centre for Business and Governance della Nord University di Bodø. Al centro di questa edizione – che ha visto la partecipazione di personalità istituzionali e accademiche italiane, norvegesi e sami – è stato il confronto sulle nuove sfide che interessano la regione rispetto alla sicurezza internazionale, alla crisi energetica nel continente europeo e, non ultimo, all’emergere di nuove forme di leadership artica. 

A inaugurare i lavori è stato il discorso di Riccardo Sessa, diplomatico e Vice-Presidente della SIOI, seguito da quello di S.E. l’Ambasciatore di Norvegia in Italia, Johan Vibe. Un filo rosso ha caratterizzato, in maniera quasi inevitabile, gli interventi tenuti nei due giorni di Convegno: le conseguenze della guerra in Europa Orientale, scoppiata il 24 Febbraio scorso in seguito all’aggressione dell’Ucraina.

Come ha ricordato Frode Mellemvik, Direttore dell’High North Center della Nord University di Bodø, la guerra influenza la cooperazione anche in ambito accademico, e al momento molti programmi sono stati sospesi. Dal punto di vista italiano, l’Ammiraglio Massimiliano Nannini, Direttore dell’Istituto Idrografico Italiano, e la Presidente del CNR Maria Chiara Carrozza hanno sottolineato la partecipazione della Marina Militare Italiana nelle missioni congiunte con la Norvegia nel Mar Glaciale Artico, così come l’impegno nell’ambito della ricerca scientifica nella regione.

Il dilemma della sicurezza internazionale nell’Artico

I maggiori cambiamenti geopolitici hanno un impatto sull’Artico, e ciò che succede nella regione viene osservato con interesse dall’Unione Europea, come ha ricordato l’inviata speciale dell’UE per le questioni artiche, Clara Ganslandt. La priorità della Politica Artica dell’UE è la mitigazione climatica e la protezione ambientale, individuando nel cambiamento climatico la maggiore minaccia. 

L’invasione russa in Ucraina ha posto grandi problematiche alla cooperazione in questo senso, come manifesta la temporanea sospensione dei lavori del Consiglio Artico. Resta fondamentale aprire canali di dialogo, ma anche coinvolgere le popolazioni indigene ed incoraggiare gli investimenti UE nella regione. L’influenza che i cambiamenti geopolitici e geoeconomici hanno sull’Italia e sul Mediterraneo può avere una duplice valenza, come ha sottolineato Aldo Pigoli, Professore di Analisi delle Relazioni Internazionali.

Se da un lato l’attenzione verso ciò che succede nella regione artica ha l’effetto di spostare il focus delle priorità della Alleanza del Nord Atlantico, garantendo in qualche modo una leva minore ai paesi dell’Europa meridionale, dall’altro lato tale spostamento potrebbe rafforzare il ruolo dell’Italia nel Mar Mediterraneo.

Errore comune è quello di considerare l’Artico come un’unica regione anche da una prospettiva geopolitica, quando invece si tratta di una vasta area interessata da dinamiche di sicurezza differenti. Tuttavia, ciò che può potenzialmente scuotere la pace regionale è l’effetto spillover causato da eventi esterni, come l’attuale conflitto in Ucraina. Nel contesto della sicurezza internazionale nella regione, l’Italia è sempre più impegnata sul fronte delle missioni congiunte NATO e con la Norvegia stessa, come testimoniano le missioni della Marina Militare nel Mare di Barents. 

Le nuove forme di leadership emergenti nella regione

La seconda ed ultima giornata di convegno si è aperta mercoledì 19 Ottobre con il secondo panel moderato da Bård Borch Michalsen, Professore Associato della Arctic University of Norway e dell’High North Center. Carmine Robustelli, Inviato Speciale Italiano per l’Artico, ha toccato il tema della governance che nella regione si articola su differenti livelli, e ha sottolineato come la leadership si sviluppi e si affermi anche e soprattutto quando vengono prodotti risultati nell’ambito della ricerca scientifica.

L’Italia riafferma costantemente il proprio impegno nel campo delle scienze polari, così come il coinvolgimento delle popolazioni indigene in ambito di cooperazione. A rappresentare i Sami di Norvegia durante il Convegno è stata Tonje Margrete Winsnes Johansen, Consigliera nell’Unità Artico e Ambiente del Consiglio Sami.

Winsnes Johansen ha portato la testimonianza di come il declino ambientale sia più lento nelle aree gestite dalle popolazioni indigene, le cui conoscenze non vengono tuttavia prese in considerazione in maniera preventiva. Ricordando il caso Vind Fosen, Winsnes Johansen ha quindi rimarcato la necessita che l’Occidente ripensi al modo in cui vive e consuma: «…[it] has to learn not to take more than it should».

Bjørn Olsen, Professore presso l’High North Center, e Ida Kristine Jakobsen, Amministratrice Delegata del Clarion Hotel The Edge a Tromsø, hanno infine posto l’accento sull’urgenza di una maggiore consapevolezza circa la limitatezza delle risorse, così come sulla necessità di accogliere una prospettiva non Occidentale e rendere il mercato del lavoro nella regione attraente per le giovani generazioni.

La crisi energetica in Europa e la necessità della cooperazione

Protagonista dell’ultimo panel è stata la crisi energetica e il tema delle risorse rinnovabili. Secondo Rolf Laupstad e Kjell Richardsen, rispettivamente Sindaco e Sviluppatore Aziendale a Berlevåg, il comune più settentrionale della Norvegia continentale, le energie rinnovabili saranno l’alternativa strategica in Europa (la Norvegia possiede attualmente il parco eolico più grande ed efficiente del continente).

Knut Vidar Larssen, Direttore dell’Esplorazione e Produzione per il Mare di Barents di Equinor, afferma che i governi dei Paesi dell’Unione Europea stanno lavorando affinché la crisi energetica attuale sia alleviata e le esportazioni di gas avvengano in modo sicuro ed affidabile. Di importanza strategica è l’osservazione spaziale delle regioni polari, come riporta Tommaso Parrinello, responsabile delle missioni Aeolus e Cryosat dell’Agenzia Spaziale Europea, e la cooperazione internazionale che ne deriva per rispondere alle sfide sulla sicurezza, sulla protezione ambientale e nell’ambito dell’esplorazione delle risorse. Non da meno, la cooperazione internazionale è essenziale anche nel campo afferente alla logistica e ai trasporti, come sottolinea Paolo Sellari, Professore di Geopolitica dei Trasporti.

Attualmente il continente asiatico detiene la supremazia in questo ambito, con la Cina che ha una capacità di input del 70%. Tuttavia l’Oceano Indiano, pur essendo un’area pivotale per i trasporti marittimi, presenta diversi punti di strozzatura (choke-points). Ciò è testimoniato dall’incidente occorso nel Marzo del 2021 alla Ever Given, una portacontainer di 400 metri – partita dalla Cina verso il porto di Rotterdam – che si incagliò nel Canale di Suez provocandone l’ostruzione e bloccando il passaggio ad altre navi per sei giorni.

Per questo si guarda alle nuove rotte marittime artiche con interesse, con la rotta del Mare del Nord (NSR) che costeggia tutta la Russia settentrionale in previsione di crescita ma attualmente in fase di stallo a causa della guerra in Ucraina. Da ciò che è emerso dal convegno, dunque, l’Artico ha il potenziale per fungere da garante dal punto di vista della sicurezza degli approvvigionamenti, ma anche per quanto riguarda la transizione energetica.

Il convegno si è concluso con omaggi e ringraziamenti da parte della SIOI e della Reale Ambasciata di Norvegia. A margine dell’evento, nella serata di martedì 18 Ottobre, S. E. l’Ambasciatore Johan Vibe ha accolto in un ricevimento presso la sua residenza alcune delle personalità istituzionali presenti durante il Convegno, gli studenti e le studentesse del Master SIOI in Sviluppo Sostenibile, Geopolitica delle Risorse e Studi Artici, alcuni membri del Movimento Studentesco della SIOI (MSOI), e alcuni membri di Osservatorio Artico. Presente anche Silje Karine Muotka, la nuova Presidente eletta del Parlamento Sami, che si è rivolta agli ospiti con un discorso a inizio serata.

Giulia Secci

Osservatorio Artico © Tutti i diritti riservati

Giulia Secci

Giulia Secci ha completato il Master in Sviluppo Sostenibile, Geopolitica delle Risorse e Studi Artici della SIOI. È intervenuta come relatrice nel Diploma di Studi Polari dell'Università Complutense di Madrid. Nella sua sua tesi magistrale ha analizzato la politica artica della Repubblica Popolare Cinese.

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