Politica

Ambasciatori dell’Artico

Per proiettare con successo il soft power e determinare la posizione di un Paese sulla scena internazionale, sono necessari diplomatici competenti e attivi. Il tema degli “ambasciatori dell’Artico” sta ricevendo un nuovo ciclo di sviluppo in connessione con i cambiamenti negli Stati Uniti, in Canada e in Russia.

“Responsabili” per l’Artico

La “sicurezza” nell’Artico sta assumendo nuove dimensioni e un significato più ampio. Oltre alle sfide tradizionali, le questioni ambientali, energetiche e sociali, nonché la manifestazione del soft power occupano un posto chiave. E la principale espressione di soft power messe in campo dagli Stati nella regione sono proprio i rappresentanti ufficiali che si occupano specificamente di questioni artiche.

Il tema degli “ambasciatori artici” è diventato più rilevante a causa della recente creazione di una posizione ufficiale negli Stati Uniti: Michael Sfraga, il primo “Ambasciatore artico” di Washington, è stato nominato nel settembre 2024. La scelta di questa persona non è casuale, ma è da ricercarsi nelle sue origini settentrionali. Sfraga è infatti nato in Alaska, ha conseguito un dottorato di ricerca in studi nordici presso l’Università di Fairbanks ed è stato fondatore e direttore del Polar Institute presso il Woodrow Wilson International Center for Scholars.

La nomina del Sfraga è parte di una generale politica dell’Amministrazione Biden volta ad approfondire l’impegno artico degli Stati Uniti. Negli ultimi anni sono infatti stati aggiornati quasi tutti i documenti strategici relativi al Nord: dalla strategia della Casa Bianca alla visione del Pentagono

Il Canada, a sua volta, nell’ambito della nuova “politica estera nell’Artico”, presentata il 6 dicembre scorso, ha promesso di nominare nel prossimo futuro un suo rappresentante speciale per l’Alto Nord. Tenendo conto dei valori canadesi e del posto speciale che occupano i popoli indigeni nella formazione politica, il documento sottolinea che l’ufficio del nuovo ambasciatore dovrà essere situato nei territori settentrionali del Paese.

Vista da Mosca

Nel caso della Russia, l’approccio alle posizioni diplomatiche in generale e nell’Artico in particolare differisce da quello dei Paesi nordamericani. Tutti i rappresentanti ufficiali del Paese nelle organizzazioni e nei forum internazionali sono esclusivamente diplomatici di carriera. Nikolaj Viktorovič Korčunov, dalla carriera pluritrentennale, è ambasciatore generale per l’Artico sin dalla fine del 2018, anche prima che la Russia assumesse la presidenza del Consiglio Artico.

L’ambasciatore Korčunov

Nonostante ciò, a metà autunno di quest’anno, rimanevano ancora vacanti due posizioni chiave, almeno dal punto di vista della rappresentanza della Russia sulla scena internazionale: quella di rappresentante speciale del Presidente russo per la cooperazione internazionale nell’Artico e in Antartide e quella di ambasciatore generale nell’Artico. La prima, fortemente legato alla personalità del famoso esploratore polare A. N. Čilingarov, leggenda dello sviluppo dell’Estremo Nord e della cooperazione internazionale, defunto a giugno di quest’anno, era stata creata apposta per lui nel 2012. Non ha quindi bisogno di essere riempita velocemente.

Chi assumerà la seconda, invece, resta da definire, soprattutto per chiarire le intenzioni della Russia in ambito internazionale. Nikolaj Korčunov è stato infatti nominato ambasciatore in Norvegia il 1° ottobre 2024 e nessun annuncio ufficiale su un nuovo alto funzionario russo nel Consiglio Artico ha seguito questa nomina.

Nuovi sviluppi

A margine del forum “Arctic: Today and the Future”, il futuro della rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri russo nell’Artico è stato annunciato pubblicamente per la prima volta. Mosca ha impiegato più di due mesi per presentare il nuovo “rappresentante per l’Artico”, ma proprio questo evento è stato scelto simbolicamente. Il forum è infatti l’ultimo di quest’anno sulle questioni artiche ed è riuscito a connettere il contributo di Čilingarov – a cui era dedicato – e il futuro diplomatico della Russia nell’Estremo Nord.

Il nuovo alto funzionario russo presso il Consiglio Artico è Vladislav  Maslennikov, già Direttore del Dipartimento delle questioni europee da ottobre di quest’anno. Vale la pena notare che, quando il diplomatico è stato nominato alla sua posizione, il Dipartimento si chiamava ancora “della cooperazione europea”. La portavoce del Ministero degli affari esteri Marija Zacharova ha spiegato la ridenominazione con “un cambiamento nelle realtà geopolitiche”.

Foto: www.northernforum.org/ru/news-ru/1179-xiv

La carriera del diplomatico ha ricevuto solo ora una connotazione artica. Negli ultimi quattro anni, infatti, Maslennikov è stato ambasciatore in Montenegro. L’approccio di Mosca è chiaro: ora l’Artico si trova nell’area delle questioni “UE e NATO” più che nelle mani degli specialisti dei Paesi della regione. Questo approccio è correlato all’opinione popolare nella comunità scientifica mondiale sulla fine dell’eccezionalismo artico e sul graduale aumento del potenziale di conflitto nella regione.

La significativa esperienza del diplomatico negli affari europei rappresenta un elemento promettente per il suo nuovo incarico. Tuttavia, in situazioni di crisi, il dialogo internazionale tende a rallentare drasticamente, se non a fermarsi del tutto. Il predecessore, Nikolaj Korčunov, si è distinto per la sua forte presenza mediatica, sia in Russia sia all’estero. Basti pensare che, nell’ultimo anno e mezzo, è stato uno dei soli tre diplomatici – insieme al ministro degli Esteri Lavrov e alla portavoce Zacharova – a comparire sull’account Instagram del Ministero degli Affari Esteri. Questo sottolinea quanto siano ambiziosi e impegnativi i compiti affidati al nuovo rappresentante di alto livello della Russia nel Consiglio Artico.

Roman Zhilin

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Roman Zhilin

Fondatore di un'organizzazione di giovani ricercatori "Arctic Community", coordinatore di eventi dedicati alla regione artica. Autore e redattore di blog in russo e inglese. Laureato in Relazioni Internazionali

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