Immaginate il Nord Europa. Se anche non ci siete mai stati, non sarà difficile veder apparire nella vostra testa piccole case di legno, cieli limpidi, licheni e foreste a perdita d’occhio e un’atmosfera molto distante dalle grandi metropoli europee.
Ora immaginate di partire da Copenhagen per un viaggio che nell’arco di due ore circa vi porti alle Isole Fær Øer. L’immaginario su questa parte di mondo è molto variegato, e oggi queste poche e piccole isole sono più conosciute in Italia grazie agli scontri con la nostra Nazionale che per altro (4 vittorie per gli azzurri su 4 incontri disputati tra le due squadre negli ultimi 10 anni).
Appena giunti al (ventosissimo) aeroporto di Vágar, vi chiederete se non siete atterrati piuttosto in Himalaya. E questo non soltanto per le rigide temperature climatiche, ma anche perché intorno a voi si intravede poco altro se non cascate, umide colline e nebbia. L’aeroporto di Vágar si trova a circa 45 minuti di macchina da Tórshavn, ed è l’unico collegamento con il resto del mondo. A meno che non vogliate avventurarvi via mare, il che potrebbe essere molto suggestivo ma un tantino poco agevole.
Sulla strada per la capitale di questo piccolo arcipelago vedrete intorno a voi grandi, immensi spazi verdi, quasi completamente brulli. Le distese vengono inframmezzate solo dai rivoli d’acqua che si scioglie dalle nevi delle cime, o dalle fratture del terreno che emerge dopo l’inverno. Per raggiungere la capitale, percorrerete un tunnel sottomarino di 5 chilometri – Vágatunnilin – che connette città e aeroporto, che sono situati su due isole diverse. Se il tempo non sarà limpido e soleggiato, vedrete queste terre nel loro vero scenario. Pioggia, vento e onde che si infrangono sulle sue coste, dove si avvicendano – man mano che vi avvicinate a Tórshavn – le aziende ittiche e di cantieristica navale. Se amate questo genere di visioni, dove la natura mostra tutta la sua grandezza, rimarrete sicuramente soddisfatti.
Tórshavn è una città molto piccola, che si sviluppa intorno alla baia del suo porto. Qui non troverete la frizzante animosità di Copenhagen o l’architettura elegante di Stoccolma, ma basterà uno sforzo minimo dell’immaginazione per veder partire da queste coste i drakkar vichinghi così come li conosciamo dai libri.
La città può tracciare la sua storia fino ai tempi dei Vichinghi. La città prende il nome dal dio della guerra norvegese, diventando “il porto di Thor“. Oggi ci sono due porti a Tórshavn e sono divisi da uno stretto collo di terra conosciuto come Tinganes. Era qui che il parlamento originario, Ting, si incontrava ogni estate per approvare nuove leggi e risolvere i conflitti. Nel tempo, Tórshavn divenne il principale porto commerciale delle Isole Fær Øer: vennero costruiti magazzini per immagazzinare le merci per l’esportazione e fu costruito un forte contro i saccheggi dei pirati.
Ma solo a metà dell’Ottocento Tórshavn iniziò davvero a prosperare, in seguito all’abolizione del monopolio isolano del commercio. Fino a 200 anni fa, la capitale dell’arcipelago contava appena 600 persone, mentre oggi i due quinti della nazione vivono tutti qui, arrivando a 20,000 abitanti!
Nel giro di poche ore avrete visitato tutto il suo centro, passando per le antiche strade che costeggiano il porto, e per i suoi legni affumicati dagli incendi e dalle tempeste, verso i più moderni alberghi – è pur sempre una capitale! Per una cena tipica in un’atmosfera accogliente, vi consigliamo Barbara FishHouse, nel cuore della città vecchia.
Ma oltre al turismo, Tórshavn rappresenta oggi un centro estremamente importante per il futuro della regione. Situato perfettamente a metà strada fra Islanda, Norvegia e Scozia, l’arcipelago faroese intercetta esattamente quella che potrebbe essere la celebre Northern Sea Route, la tratta navigabile che potrebbe modificare il trasporto e la logistica globale. Le Isole Fær Øer – 18 in tutto – sono una nazione costitutiva del Regno di Danimarca e sono divenute autonome nel 1948. La politica estera e la Difesa sono aspetti che dipendono ancora integralmente da Copenhagen, ma per il resto l’arcipelago si muove come uno Stato autonomo.
Nel 2018 Tórshavn ha ospitato un summit dell’Arctic Circle Assembly che ha visto la partecipazione di circa venti Paesi. Un primo tassello a livello diplomatico per affermare anche la propria autonomia decisionale sull’evoluzione della questione artica.
Leonardo Parigi © Tutti i diritti riservati
Ottima occasione per un viaggio fuori dal comune e con una persona con cui state bene!