Intervista a Stefano Barla Division Manager Marine Capital Sales Italy di Alfa Laval, al fianco di Osservatorio Artico per la missione a bordo della nave Alliance.
Con oltre 65.000 navi operative in tutto il mondo, il settore del trasporto via mare ha un continuo bisogno di innovazione e manutenzione. E rappresenta una fetta consistente non soltanto dell’economia globale, ma anche della sua stessa sussistenza. Le merci viaggiano ancora via nave per la stragrande maggioranza del tempo, e così il mercato della “Blue Economy” ha bisogno di essere supportato da aziende del calibro di Alfa Laval.
Società svedese nata nel 1883, in Italia dal 1911, Alfa Laval è stata al fianco di Osservatorio Artico per la missione di Giulia Prior a bordo della nave Alliance, per il Programma High North23 della Marina Militare italiana.
“La missione della Alliance, ovvero quella di dare un forte impulso alla ricerca scientifica e idrografica, è perfettamente in linea con i principi del nostro Gruppo”, racconta Stefano Barla, Division Manager Marine Capital Sales Italy di Alfa Laval, dalla sua sede di Genova. “Alfa Laval è leader globale in tre tecnologie chiave: scambio termico, separazione e movimentazione dei fluidi. Processi di vitale importanza nei processi industriali. Ma è un’azienda che ha sempre guardato avanti, e gli investimenti degli ultimi anni lo confermano ancora di più. Nel giugno 2021 è stata annunciata una joint venture tra Alfa Laval e Wallenius per creare AlfaWall Oceanbird, un progetto visionario per creare soluzioni innovative di propulsione eolica per navi mercantili.
Il piano prevede che il sistema Oceanbird venga installato a bordo della prima nave entro cinque anni, così da integrare il fuel già normato e a basso impatto ambientale con le potenzialità del vento. Ma non solo, perché con l’assorbimento di un’azienda leader nell’intelligence metereologica, StormGeo, abbiamo deciso di intraprendere una strada che sappia coniugare industria, precisione e ambiente. Grazie all’intelligenza artificiale utilizzata da StormGeo possiamo definire la rotta migliore che una nave possa prendere per sfruttare il vento, e così uniamo l’attenzione all’ambiente a un utilizzo saggio della tecnologia”. Un ritorno al futuro, verrebbe da dire.
“Per un certo senso è paradossale che si vada avanti tornando a utillizzare il vento come propulsione, ma infatti rappresenta una quota di ciò che possiamo fare come ambito marittimo a livello globale. La chiave sta proprio nel cercare di immaginare un futuro, ormai prossimo, che non avrà degli standard generali. Sia a livello di carburanti, sia a livello di operatività e tipicità delle unità in mare”.
Alfa Laval è stata tra i promotori della nostra missione a bordo della Alliance, una nave che oltre alla parte di missione nazionale, rappresenta anche un ottimo veicolo di raccolta di dati scientifici molto importanti a livello globale. “Abbiamo deciso di sostenere questa iniziativa perché crediamo molto in progetti che sappiano coniugare la forte propensione alla salvaguardia ambientale con la tecnologia. Gli strumenti adottati dall’equipaggio della missione sono determinanti per scandagliare i fondali dell’Artico, una zona totalmente inesplorata del nostro pianeta. E per darci risposte importanti in termini di ricerca scientifica. Una grande occasione che abbiamo colto, e che siamo felici di aver supportato”.
Leonardo Parigi
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