La capitale della Groenlandia punta a diventare un hub centrale per i viaggi nell’Artico con l’inaugurazione del suo nuovo aeroporto internazionale.
Sarà perché Londra vede calare di anno in anno il suo numero di pub. Sarà perché le discoteche ormai sono spazi da museo, considerati alla stregua dei vecchi impianti industriali. O sarà perché ormai il turismo ha soppiantato il semplice svago dei weekend. Ma se l’Artico è sicuramente il new exotic, tappa obbligata per gli esploratori più cosmopoliti, è allora necessario dotarlo di moderne infrastrutture.
Il 28 novembre ha aperto i battenti il nuovo aeroporto internazionale di Nuuk, la piccola capitale groenlandese, che ospita poco meno di 20mila residenti. Temperature estreme per definizione e panorami unici al mondo, che hanno visto una crescita decisa del turismo negli ultimi anni. Il numero di crociere nell’area è sempre in crescita, nonostante siano numeri risibili rispetto alle più calde latitudini dei Caraibi o del Mediterraneo. E i costi sono sicuramente poco democratici. Ma la strada è aperta.
Con una pista di 2.200 metri, l’aeroporto sarà finalmente in grado di ospitare i voli internazionali che arrivano da Islanda, Danimarca, Canada e Stati Uniti. Una struttura che andrà quindi a potenziare una possibile rivoluzione copernicana dell’economia (e quindi della società e della politica) groenlandese, che già oggi vede circa 130.000 visitatori l’anno.
In principio fu la Cina, a scommettere sulla nuova infrastruttura civile della capitale. Con un’offerta di circa 600 milioni di dollari (era il 2019), Pechino si mosse per offrire denaro fresco per la costruzione della nuova pista.
L’altolà non arrivò sicuramente da Nuuk, che ha tutto da guadagnare da un’apertura delle sue aree e di un forte stimolo all’economia interna, prossima a numeri da paese in via di sviluppo. Ma da Copenaghen (capitale del Regno di Danimarca, a cui afferisce ancora la semi-indipendente Groenlandia) e da Washington.
L’inaugurazione del nuovo scalo internazionale segna anche l’inizio di una serie di aperture, visto che il programma complessivo prevede l’apertura di 3 aeroporti entro il 2026, a Ilulissat e Qaqortoq nella Groenlandia meridionale, consentendo di raggiungere la maggior parte del paese in circa un’ora e mezza.
A gestire gli scali saranno le due compagnie Air Greenland e Icelandair, che porteranno a cinque voli settimanali il collegamento tra Nuuk e Copenaghen, con un picco previsto di 8 voli settimanali la prossima estate. Per conoscere meglio la Groenlandia e prendere qualche spunto, possiamo consigliare questa nostra breve guida e alcune idee per dove soggiornare.
Leonardo Parigi
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