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Ecco un autore che sa narrare la scienza

Foto © Anna Fantuzzi / Osservatorio Artico

Tra scienza e letteratura, Danilo Zagaria intreccia foreste e oceani per raccontare la complessità del mondo che abitiamo e sfidarci a ripensare il nostro ruolo nel cambiamento climatico.

La scienza si racconta a Italia Chiama Artico

Poche settimane fa si è tenuta la quarta sessione del nostro festival ’Italia chiama Artico’, uno straordinario progetto di divulgazione, disseminazione, e dialogo sulla tanto discussa (mai come adesso) regione polare, cogliendone la sua complessità culturale, geopolitica ed ecologica. Ed è proprio su quest’ultima che vorrei soffermarmi, raccontandovi com’è andata.

Il festival comincia la mattina del 25 febbraio, dopo una doverosissima tazza di caffè, e accoglie alcune tra le figure (nazionali e internazionali) più autorevoli in merito di Artico, tra cui diplomatici, ricercatori, e personalità scientifiche. Tra loro, giunge poco dopo l’inizio Danilo Zagaria, biologo di formazione e divulgatore di professione. È stato invitato per presentarci il suo ultimo libro edito da ADD editore, Il groviglio verde. Sottotitolo: Abitare le foreste dal Mesozoico alla fantascienza.

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L’ultimo libro di Danilo Zagaria, edito da ADD editore.

Con i suoi testi, Danilo Zagaria cerca di sbiadire un confine netto, spesso datato e dannoso, tra scienza e società, tra natura e uomo, tra ricerca e politica. Fa tutto questo utilizzando un linguaggio accattivante ed esplorativo, e coniugando discipline che altrimenti non si incontrerebbero mai, come ad esempio la letteratura e la geologia, o l’antropologia e l’ecologia.

Un cambio di prospettiva

Durante la pausa pranzo del festival, mi trovo insieme a lui, che cordialmente poggia il proprio piattino da buffet sul ripiano di fianco a sé per starmi a sentire, a parlare del tema che forse, tra tutti, più mi confonde e incuriosisce: quanto antropocentrica è la lotta al cambiamento climatico?

Mi spiego meglio. Il riscaldamento globale è il tema più inflazionato, deturpato, disatteso di questo secolo. Viene puntualmente dispiegato per fini politici o ideologici e (molto) raramente accende un dibattito razionale e apartitico. Eppure, ci sono perso- ne (me compresa) che si sentono nella presuntuosa posizione di essere immuni a tale dialettica, credendo di combattere per un fine superiore, per una lotta giusta e per un pianeta meno malato.

Recentemente, invece, mi sono accorta che questa narrativa è diventata poco credibile, perché la battaglia contro il cambio climatico è, prima di tutto, una battaglia per la salvezza umana, un istinto di sopravvivenza, una visione egoistica ed egocentrica, da cui credevo di dovermi distanziare.

Ma Danilo Zagaria mi convince a ripensare una narrativa che credevo ostile. È indubbio, argomenta, che siamo i protagonisti di questa lotta climatica, il che la rende per definizione antropocentrica. Ed è proprio questo il motivo per cui la discussione dovrebbe riprendere proprio a partire dalla nostra di specie, così da renderci tutti più interessati e vigilanti.

Il cambiamento climatico, continua lo scrittore, è un tema per definizione complesso e necessita tempo, fascinazione e dialogo per essere affrontato.

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Danilo Zagaria a Italia Chiama Artico. Foto © Anna Fantuzzi / Osservatorio Artico

Srotolando il groviglio verde

Presentando il suo libro, Danilo Zagaria introduce il concetto del groviglio verde come migliore espressione per raccontare la complessità del sistema foresta, un’entità profondamente mutevole che lega aspetti come il suolo, il clima, l’acqua, ma anche la cultura, la società e la geografia.

Durante il suo intervento, l’autore introduce un’interessantissima dicotomia che riguarda la foresta boreale, il più largo bioma e, sottolinea, vero polmone globale: da una parte c’è la lentezza di un ambiente che evolve a passo pigro grazie ai suoi lunghi e freddi inverni, che ne rallentano i processi; dall’altra c’è la rapidità con cui la foresta risponde ai disastri causati dal cambiamento climatico, che ne accelerano l’evoluzione.

L’innalzamento delle temperature, che impatta prima fra tutte la regione polare, sta costringendo la foresta boreale a muoversi verso Nord più lentamente di quanto non stia ritirandosi a Sud, provocandone una continua erosione.

Danilo Zagaria dedica una parte sostanziale del suo libro anche alle mangrovie, ecosistemi di confine che sorgono in un delicato equilibrio tra mare e terra. Lo scrittore vuole infatti sottolineare il ruolo di protezione costale che esse rivestono, stemperando, per esempio, la violenza delle tempeste tropicali, com’è il caso delle Sunderbans, le foreste di mangrovie più estese al mondo.

Non dimentichiamoci del mare

Ma non dimentichiamoci che l’Artico è un oceano, seppur ghiacciato. E, come tutti gli oceani, misura la febbre del nostro pianeta e, soprattutto, della nostra indolenza come specie. Danilo Zagaria parla anche di loro, degli oceani che circondano i nostri continenti, nel suo libro In alto mare, edito da ADD Editore. Sottotitolo: Paperelle, ecologia, Antropocene.

In questo testo, l’autore si tuffa in un elegante esercizio letterario che si lega perfettamente al suo stile di divulgazione, facendo coesistere racconti di paperelle, pirati, polpi, sabbie, zanne, zuppe, e specie aliene.

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Citando un termine coniato dallo storico dell’ambiente Marco Armieri, Danilo Zagaria riporta il concetto di Wasteocene, che viene tradotto con “l’era dei rifiuti“, come sostantivo, ma anche con ’l’era del rifiuto’, come verbo. È, infatti, da questo doppio significato che si muove il pensiero dello scrittore per sottolineare un tempo, il nostro tempo, dominato non solo dai rifiuti materiali, come gli scarti tecnologici o quelli da plastica, ma anche da quelli concettuali verso le persone e le culture che non ci somigliano.

Come spiega l’autore, la nostra è una storia di separazione tra noi, i paesi ricchi occidentali, e ciò che non ci piace, che sia un vecchio telefonino o una persona che abbraccia valori diversi dai nostri. E così ci distanziamo da un mondo che crediamo non ci appartenga, senza vedere che ne siamo il motore e, allo stesso tempo, la rovina.

Nei suoi libri, Danilo Zagaria porta un messaggio di fiducia e di ottimismo, soprattutto in noi stessi, nella nostra specie. Per scoprirli, vi lascio alle sue parole.

Chiara Ciscato

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Chiara Ciscato
the authorChiara Ciscato
Laureata in Climate Studies all’Università di Wageningen, in Olanda, amo lavorare in un ambiente professionale che risponda anche alla mia ambizione personale di portare il cambiamento climatico alle persone. Nell’ultimo periodo di ricerca accademica ho approfondito e ampliato mio interesse specifico nel contribuire a costruire qualcosa di socialmente tangibile

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