Il racconto di viaggio di Enrico Gianoli dalla spedizione SOS Arctic 2024 del 4 giugno 2024. Osservatorio Artico è Media Partner ufficiale della spedizione.
La fase finale
Coordinate: N 73° 14′ 17.826″, O 51° 29′ 49.7256″, Altitudine: 1874.44m | La squadra ha finalmente raggiunto la propria destinazione dopo un epico viaggio di 1.450 km (per ora approssimativi) iniziato nel Sud della Groenlandia. È incredibile la velocità con cui si muove il WindSled!
Nonostante sia il più grande e pesante mai costruito, naviga tranquillamente sul ghiaccio. In questo momento il team della spedizione capitanata da Ramón Larramendi si sta preparando per la tappa finale: scendere dalla calotta glaciale.
Il team, composto da otto ricercatori, viene quindi diviso in due: un primo gruppo da cinque persone sarà impegnato nello smontaggio della grande slitta ideata e costruita dallo stesso esploratore spagnolo, così che si possa imballare ogni singolo pezzo per poi poterlo stoccare e trasferire. La maggior parte dell’attrezzatura, però, verrà lasciata in loco, per essere pronta per la spedizione del prossimo anno. Se le condizioni meteo lo permetteranno, già in giornata il primo gruppo raggiungerà Upernavìk in elicottero, prima tappa per il viaggio di ritorno.
Le prossime tappe
Il secondo gruppo, composto da tre persone, prosegue invece via terra, dirigendosi verso Ovest. La loro missione è quella di esplorare il percorso dalla costa al deposito delle slitte, tracciando già una rotta ideale per la prossima spedizione!
Per questa parte del viaggio ci sono circa 100 km da percorrere per raggiungere il punto di uscita del ghiaccio. Da lì, è tutto un viaggio via terra fino alla costa. Il programma prevede di costruire una versione ridotta del WindSled per proseguire in questo viaggio, sfruttando i venti favorevoli.
Mentre avanzano, il terreno sta diventando la loro sfida più grande. Sono stati superati crepacci e altri pericolosi ostacoli, il che significa anche dover alternare slitta a sci ed escursionismo. Il successo di questa tappa finale dipende dalla loro capacità di adattarsi alle imprevedibili condizioni artiche.
Mentre scendono dalla calotta glaciale, il loro viaggio continua a essere una testimonianza dello spirito umano e della spinta verso la scienza e l’esplorazione.
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