Una nuova autostrada, completata dopo più di trent’anni di lavori, finalmente collega il Circondario autonomo dei Nenezi e la Repubblica dei Komi nell’Artico russo.
Petrolio e gas
Nell’Estremo Nord della Russia si trova il Circondario autonomo dei Nenezi, un territorio pianeggiante ricoperto dalla tundra che si affaccia sul Mar Glaciale Artico. Fu istituito nel lontano 1929, nel rispetto della politica sovietica secondo la quale a ogni etnia dell’Unione spettasse un territorio nel quale esercitare l’autogoverno.
Gli indigeni Nenezi della Tundra costituiscono infatti ancora oggi circa il 18% della popolazione del Circondario autonomo. Questo, secondo il Ministero per lo sviluppo dell’Estremo Oriente e dell’Artico, è uno dei soggetti federali “artici” della Russia.
È infatti il ministero a fornire una precisa definizione politico-geografica di ciò che debba considerarsi “Artico” all’interno dei confini della Federazione Russa; non si tratta solo di una definizione formale, dato che la “posizione” di un soggetto federale o di un distretto amministrativo condiziona concretamente l’invio degli aiuti federali allo sviluppo. Il Circondario autonomo dei Nenezi è quindi compreso per intero nella Zona artica della Federazione Russa, così come le suddivisioni amministrative più settentrionali della confinante Repubblica dei Komi.
Una nuova strada per l’Artico russo
A causa delle abbondanti riserve di petrolio e gas naturale presenti nel sottosuolo, il Circondario autonomo dei Nenezi (con una popolazione inferiore ai 45.000 abitanti distribuiti su un territorio grande una volta e mezza il Nord Italia) è il soggetto federale russo con il PIL pro capite di gran lunga più alto, pari a dieci volte il valore medio nazionale e a cinque volte quello di Mosca.
Anche la Repubblica dei Komi, della quale la città di Usinsk è il principale centro estrattivo, ha un PIL pro capite di poco superiore a quello della Città di San Pietroburgo. Nonostante ciò, non è mai esistito un collegamento terrestre tra i due soggetti federali. Le dure condizioni dell’ambiente artico rendono infatti molto difficile e costosa la costruzione di una strada asfaltata utilizzabile per tutto l’anno. O almeno, era così fino alla settimana scorsa.
L’ultimo tratto di un’autostrada di 211,8 chilometri che oggi collega Nar’jan-Mar, capitale del Circondario autonomo dei Nenezi, a Usinsk è stato infatti completato alla fine di marzo 2023, con “sette mesi di anticipo” sui tempi inizialmente previsti (anche se l’inizio dei lavori risale all’ormai lontano 1991). Prima del completamento dell’autostrada, l’unico modo che gli abitanti del circondario avevano per raggiungere la Repubblica dei Komi era via aria o guidando su improvvisate e precarie “strade invernali”, poco più di semplici piste tracciate nella neve e nel ghiaccio.
L’uomo di Putin
L’inaugurazione dell’autostrada Nar’jan-Mar-Usinsk ha visto la presenza di diverse personalità politiche quali il governatore del Circondario autonomo dei Nenezi Jurij Bezdudnyj, il deputato Sergey Kotkin e, in videocollegamento, Marat Chusnullin. Del signor Chusnullin abbiamo sentito molto parlare ultimamente: vice primo ministro russo, ha fondato la propria carriera politica, sia a livello locale sia a livello federale, sull’edilizia e l’urbanistica.
A lui Putin ha assegnato la responsabilità di supervisionare i lavori di ricostruzione delle regioni dell’Ucraina orientale occupate dalla Russia, ed è lui che ha accompagnato il presidente nei suoi sopralluoghi al ponte di Crimea, gravemente danneggiato a ottobre da un attentato ucraino, e, più recentemente, a Mariupol’.
Il fortissimo interesse russo verso l’Artico ha motivazioni strategiche e politico-culturali ma, come è ovvio, soprattutto economiche. Non deve quindi sorprendere che il governo russo abbia attuato un ambizioso piano di investimenti per facilitare lo sviluppo delle regioni artiche.
Pianificare il prossimo Artico
L’Ufficio progettuale per lo sviluppo nell’Artico (PORA), in stretta collaborazione con il ministero per lo sviluppo dell’Artico, si occupa di coordinare gli investimenti pubblici e privati diretti a Nord. Per la grande opera infrastrutturale di cui stiamo parlando sono stati stanziati nel corso degli anni più di venti miliardi di rubli (circa 250 milioni di euro), in buona parte provenienti dalle casse del governo federale attraverso il Ministero dei trasporti.
La nuova strada artica permetterà di accelerare lo sviluppo della regione così fortemente voluto dal presidente Putin e diventerà, secondo le intenzioni del governo, la base fondamentale da cui partirà ogni altro progetto di sviluppo. Anche in una situazione internazionale tanto complessa per la Russia, lo sviluppo dell’Artico continua a essere una priorità per il governo di Vladimir Putin.
Tommaso Bontempi
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