Dalla collaborazione fra istituti universitari e imprese del territorio è nato un progetto transnazionale che coinvolge otto nazioni artiche e periartiche e che sta plasmando un nuovo modo di viaggiare nell’Artico.
Un nuovo concetto di turismo
La pandemia di Covid 19 ha enfatizzato, senza fronzoli ed edulcorazioni, gli effetti drammatici delle attività umane sul nostro Pianeta.
L’industria turistica ha riconosciuto la sua parte di responsabilità, e negli ultimi anni si è vista costretta a reinventare sé stessa, nel tentativo di accontentare una nuova generazione di viaggiatori maggiormente curiosi, edotti e consapevoli.
In Artico, dove il legame fra comunità e territorio è viscerale, e dove gli impatti delle attività antropiche sono amplificati, il connubio fra turismo e scienza acquisisce un valore speciale.
Laboratori a cielo aperto
Il progetto Scitour (Scientific Tourism) nasce dall’idea di combinare la passione per l’avventura con quella per la scienza, permettendo ai visitatori di scavare nell’animo più profondo dell’identità naturale e culturale di una destinazione.
“Abbiamo iniziato a esaminare ciò che era stato fatto per fornire ai viaggiatori una migliore conoscenza di ciò che sperimentano durante i loro viaggi” – racconta Ari Laakso, ideatore e Project Manager del progetto presso l’Arctic Centre dell’Università della Lapponia. “Con nostra sorpresa, è emerso che non vi era alcuna iniziativa incentrata sull’apprendimento. Alla luce di questo risultato, ho avviato il progetto di turismo scientifico che ha ricevuto finanziamenti dall’Unione Europea e dal Northern Periphery and Arctic Programme. Wonder Seekers è il marchio creato per commercializzare l’iniziativa”.
Il turista non è più solo uno spettatore consapevole, ma il legame con il luogo visitato si esprime attraverso la collaborazione. La conservazione e la tutela dei territori passa attraverso un processo di conoscenza scientifica al quale, per la prima volta, il turista può prendere parte attiva.
L’apprendimento scientifico come nuova forma di turismo
“Concentrarsi sul fornire ai viaggiatori una conoscenza scientifica affidabile ha una chiara esigenza, sia tra i viaggiatori che tra le DMO e gli imprenditori del turismo: fornire una conoscenza oltre all’esperienza fisica. La distribuzione delle informazioni scientifiche continua anche dopo il viaggio, attraverso collegamenti a pubblicazioni scientifiche, pdf, video e altre forme di conoscenza”.
A una dimensione turistica più classica di intrattenimento e relax, il progetto affianca una componente scientifico-educativa, che spazia fra diverse discipline e che aggiunge valore all’esperienza.
“Abbiamo imprenditori del turismo che offrono diversi prodotti turistici legati alla citizen science”, spiega Laakso. “Un esempio è il birdwatching, in cui il viaggiatore identifica e geolocalizza le specie, affidando le proprie osservazioni a un database. Esistono anche prodotti relativi alla misurazione della neve, che viene effettuata fornendo al turista un kit apposito che potrà utilizzare durante la sua esperienza sciistica. Questi sono solo alcuni esempi in cui i viaggiatori sono direttamente coinvolti nella scienza”.
Raccogliere le sfide economiche
L’iniziativa non nasce solo per offrire un’esperienza straordinaria al viaggiatore, ma soprattutto per fornire una strategia economica sostenibile e su misura per il territorio. Wonder Seekers è un progetto di sviluppo mirato a favorire le piccole imprese locali, supportandole nelle attività di marketing e favorendo il confronto reciproco su temi comuni come la valorizzazione del proprio patrimonio ambientale e culturale e la gestione dei flussi turistici.
Rafforzare la rete delle economie su piccola scala significa dare una risposta alle criticità tipiche delle regioni artiche, come il depauperamento delle risorse, la migrazione massiccia e la disoccupazione.
Attivo da maggio 2020, il progetto è guidato dall’Università della Lapponia, l’Università delle Highlands and Islands, l’Università dell’Islanda e il Museo Nazionale della Groenlandia, con l’intento di avvicinare i visitatori alle questioni specifiche legate all’Artico attraverso un approccio empirico e proattivo.
“Un po’ come facevano gli esploratori di epoche remote, alla ricerca costante di spiegazioni su ciò che avevano visto e vissuto”, spiega Laakso, “allo stesso modo vorremmo trasferire questo approccio nel mondo contemporaneo. Nell’Artico, la preoccupazione principale è la crisi climatica e tutti i diversi cambiamenti che ne derivano. L’iniziativa Wonder Seekers mira a fornire ai visitatori una conoscenza attendibile. Ne consegue che il turismo scientifico può giocare un ruolo nella protezione dell’Artico e del suo patrimonio naturale e culturale. Questo è il nucleo e l’essenza dei Wonder Seekers”.
Barbara Fioravanzo
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