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Londra guarda a Nord

Il Regno Unito ha una lunga storia di interesse verso il Grande Nord, data anche dalla sua posizione come dirimpettaio della regione artica, e dai risvolti economici, ambientali e di sicurezza che questa posizione comporta.

La storia della politica britannica in Artico

Membro del Consiglio Artico come Stato osservatore già dal 1998, il Regno Unito ha rilasciato negli anni diversi documenti strategici che esprimono i suoi interessi principali nella regione artica. L’ultimo documento dello scorso gennaio riunisce in un unico framework queste volontà.

Nel 2013, lo stesso anno in cui l’Italia è diventata stato osservatore al Consiglio Artico, il Regno Unito già pubblicava il suo primo documento, Adapting to Change: UK policy towards the Arctic, riguardante quello che era l’approccio del governo di quegli anni verso la regione, basato in particolare su tre pilastri: la dimensione umana dell’Artico, quella ambientale e quella commerciale.

Rishi Sunak

Questo documento verrà poi aggiornato nel 2018 con la pubblicazione di Beyond the ice: UK policy towards the Arctic, che reitera i principi chiave su cui si fonda l’approccio del governo britannico. Questi sono il rispetto verso la sovranità degli stati artici e delle popolazioni che vivono in Artico, la cooperazione tra stati artici e non-artici e le popolazioni indigene, e la leadership degli stati artici e di altri leader globali, incluso il Regno Unito, su elementi che hanno un impatto sull’Artico, come ad esempio il cambiamento climatico.

Nei mesi iniziali del 2023 è uscita l’ultima versione di questi documenti: Looking North: The UK and the Arctic The United Kingdom’s Arctic Policy Framework.

Stessi interessi, contesto differente

Il nuovo documento è stato definito un’evoluzione dell’approccio britannico all’Artico come regione geografica e politica. Infatti, prende in considerazione il cambiamento drastico delle dinamiche geopolitiche della regione, successive all’invasione russa dell’Ucraina del 2022.

Quello che si è verificato è il riconoscimento da parte del Regno Unito del passaggio dell’Artico da regione di “low tension” – come è sempre stato definita la regione fin dalla fine della Guerra Fredda, data la particolarità delle dinamiche di collaborazione e convivenza pacifica tra gli stati artici – a regione di grande tensione, a seguito della guerra.

Questo ha portato anche il Regno Unito a reiterare i suoi interessi in Artico. Interessi che il nuovo documento definisce “critici” per il Paese, soprattutto dal punto di vista climatico e di sicurezza.

Il nuovo documento si propone di riunire tutte le precedenti strategie e i precedenti documenti riguardanti gli interessi britannici nell’area in un unico framework integrato, che delinea gli obiettivi immediati e a lungo termine di Londra nella regione e nelle relazioni con gli Stati e le popolazioni artiche.

Le aree di interesse

Il documento identifica quattro aree prioritarie su cui il Regno Unito concentrerà la sua attività in Artico. Ovvero: la collaborazione, sia a livello del Consiglio Artico che in fora multilaterali e bilaterali, la protezione del clima, delle persone e dell’ambiente, il mantenimento della sicurezza e della stabilità della regione artica, e infine la promozione di una prosperità commerciale ed economica condivisa, visto l’aprirsi di nuove rotte commerciali e la posizione geografica strategica del Regno Unito. Sempre però mantenendo i più alti standard per assicurare la protezione del delicato ecosistema artico.

Rimane da vedere come si comporterà la Scozia, parte del Regno Unito che da sempre ha ambizioni artiche importanti, date dalla vicinanza geografica e culturale alle nazioni limitrofe, alla luce di questa nuova politica britannica e degli sviluppi della sua politica nazionale.

Giulia Prior

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Giulia Prior
the authorGiulia Prior
Ho conseguito una Laurea Magistrale in Security Intelligence and Strategic Studies presso l'Università di Glasgow dopo una triennale concentrata sul diritto internazionale ed europeo. Mi appassionano tematiche legate ai diritti umani, alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza internazionale.

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